ELOGIO DELLA PICCOLEZZA

By carmine arice
Pubblicato il 28 Febbraio 2023

Cari lettori e care lettrici, tra i propositi scritti da san Gabriele dell’Addolorata e pubblicati dal suo direttore spirituale, consideriamo il proposito numero 38 che recita così: “Osserverò ogni regola benché minima”. In queste poche parole vi è celata una sapienza immensa, appresa dal Vangelo che ci esorta a compiere in pienezza la volontà del Signore, a vivere la carità senza tentennamenti e a fare le cose per convinzione e non “per essere ammirati dagli uomini” (Mt 23,5).

Viviamo un tempo nel quale sovente si ricercano, come particolarmente preziosi, due mete: la libertà da ogni regola per la promozione dei cosiddetti diritti individuali e la notorietà, spesso accompagnata da una falsa apparenza. Alcuni pensatori oculati ci dicono che stiamo vivendo sotto la tirannia dell’immagine.

San Gabriele ci porta su un’altra strada! Chiediamoci: cosa egli intende quando parla di regola? Recita la famosa enciclopedia Treccani: “Nella tradizione cristiana per regola si intende il complesso di norme con le quali è organizzata la vita individuale e collettiva di una comunità religiosa per il raggiungimento della perfezione spirituale”. Interessante!

Il mondo laico riconosce che la regola è lo strumento per il raggiungimento della perfezione spirituale, cioè per una vita in pienezza, gioiosa, felice che ha raggiunto il suo scopo: l’unione con Dio. Dunque, se questo è vero, la regola non è un codice che ha lo scopo di limitare la libertà e non è nemmeno un regolamento per disciplinare la vita di una comunità e neppure il minimo che si può chiedere a una persona che vive assieme ad altre per una convivenza pacifica e civile, bensì indicazioni che vogliono far raggiungere il prezioso scopo prefissato.

San Gabriele amava la sua vocazione di consacrato passionista e questo amore non era solo a parole ma si esprimeva concretamente nell’osservanza minuziosa delle Costituzioni, come si chiamano le Regole, generalmente scritte dal fondatore di un istituto religioso e approvate dalla Chiesa.

E poiché il cristianesimo è un’esperienza di Dio “sinodale”, direbbe papa Francesco, cioè di persone che camminano insieme verso Cristo e con Cristo, la regola osservata da tutti permette anche alla comunità nel suo complesso di raggiungere l’obiettivo comune: l’unione con Dio o, come si esprime l’enciclopedia Treccani, la perfezione spirituale.

C’è poi la Regola delle regole che ispira tutte le altre, ed è il Vangelo! Diceva il noto compaesano di san Gabriele, san Francesco d’Assisi: “La nostra regola è il Vangelo”. L’osservanza o, per dirla con un linguaggio più vicino alla sensibilità odierna un po’ allergica ai comandi, la logica del Vangelo, se vissuta in tutte le circostanze esistenziali, da quelle più impegnative e note a quelle più piccole e nascoste, ci realizza come persone e come credenti.

Amici di san Gabriele, in questo tempo di quaresima riscopriamo la sapienza del Vangelo anzitutto meditandolo ma soprattutto vivendolo, in ogni momento della giornata, nelle relazioni interpersonali, nell’esercizio della carità, nella pratica delle virtù che esso ci propone: l’amicizia con Dio coltivata nella preghiera – e san Gabriele passava tante ore in orazione – si esprime proprio nell’accoglienza della sua logica, del suo pensiero e del suo comandamento. Così saremo persone veramente libere perché solo Cristo è la via, la verità e la vita e può farci il dono di una vita per sempre. Se il dono che ci attende è così prezioso, ripetiamo con san Gabriele: “osserverò ogni regola anche minima” e ne scopriremo la sapienza.

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