COME MARIA, ACCANTO A CHI SOFFRE

By carmine arice
Pubblicato il 1 Maggio 2022

Cari lettori e care lettrici, come è noto, maggio è un mese tradizionalmente de-dicato alla devozione mariana. Leggendo le lettere di san Gabriele troviamo frequenti riferimenti alla Madre di Dio; egli esorta a porsi sotto la sua protezione e a invocarla, coerente con la tradizione passionista, come Vergine Addolorata partecipe dei dolori di Cristo e dell’umanità. Nella breve lettera del 9 settembre 1861 inviata da Isola del Gran Sasso al papà Sante Possenti, il santo scrive con linguaggio affezionato e devoto: “Quell’amabile addolorata Verginella che non sa vedere le nostre miserie senza compatirci e ci tiene tranquilli sotto il suo manto, e quelle spade che trafissero il suo benedetto purissimo cuore sono da Essa adoperate in nostra difesa. Compatiamo Maria nei suoi dolori e Lei infallibilmente ci compatirà nei nostri cuori. Oh quanto è dolce e sicuro abbandonarsi alle sue cure! Se Maria è con noi chi sarà contro di noi?”.

Mentre leggo queste parole mi vengono in mente le immagini che quotidianamente ci giungono dalla martoriata terra ucraina, in particolare quelle di donne che piangono i figli uccisi barbaramente, o che vivono una lacerante sofferenza nel doversi staccare dal marito andato in guerra o dai genitori anziani partiti profughi. La domanda che risuona insistente e per la quale non trovo pace è: “Ma è davvero possibile che l’uomo sia capace di simili atrocità? Davvero si può guardare in faccia persone indifese e innocenti, anziani, donne e bambini e sparare senza scrupolo proiettili mortali?”.

Purtroppo dobbiamo constatare che, quando la coscienza è messa a tacere e con essa la voce stessa di Dio che parla agli uomini di buona volontà, e la voce del potere, della supremazia e degli egoistici interessi di parte diventa l’unica ascoltata, allora tutto è possibile. Caino non riconosce più Abele come suo fratello e nei fatti non riconosce nemmeno Dio come suo Padre; e così il sangue comincia a scorrere abbondante senza il minimo pudore. Mi affiora alla mente il grido di san Giovanni Paolo II rivolto ai mafiosi nella Valle dei Templi di Agrigento il 9 maggio 1993: “Questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane devono capire che non si permette di uccidere innocenti… Nel nome di questo Cristo crocifisso risorto via, verità e vita… Convertitevi! Una volta verrà il giudizio Dio”.

Maria, l’Addolorata, ci ricorda san Gabriele, non sa vedere le nostre miserie senza compatirci e adoperarsi in nostra difesa. Qualcuno potrebbe dire: dov’è Maria in questa guerra? Dov’è la sua potente intercessione? Rimango in silenzio e non vorrei essere superficiale nella risposta: è un mistero! Ma è proprio da questo silenzio orante che nel cuore mi affiora un’intuizione: nel rispetto della libertà, dimensione essenziale dell’amore, vissuta da Cristo stesso nella sua passione quando non ha fermato la mano dei suoi carnefici, mi pare di vedere Maria nel volto di quelle mamme che soffrono, negli innocenti che muoiono, in quanti si adoperano per soccorrere i feriti, nel curare gli ammalati, nell’accogliere i profughi e promuovere la pace nei diversi tavoli possibili. Sono loro il volto materno di Maria che consola, raccoglie le lacrime del dolore e le presenta al Dio della vita.

In questo mese di maggio preghiamo Maria Regina della Pace, preghiamo perché le lance si trasformino in falci e se ne abbiamo occasione, non dimentichiamoci che la devozione mariana più vera, quella che ha vissuto san Gabriele dell’Addolorata, è imitare la Madre di Dio nelle sue virtù, è essere Maria che accoglie nel suo grembo i suoi figli, che accoglie Cristo sofferente nelle membra più fragili dell’umanità.

Comments are closed.