IL POTERE DELLA PAROLA

By carmine arice
Pubblicato il 1 Luglio 2022

Cari lettori e care lettrici, per aiutare e provocare maggiormente sé stesso nella pratica delle virtù cristiane e nel cammino di santità, san Gabriele dell’Addolorata scriveva alcuni propositi su pezzi di carta che poi, il suo direttore spirituale, grazie a Dio, ha raccolto e pubblicati. La tradizione passionista ne tramanda quaranta! Da queste frasi, brevi e semplici, con le quali il nostro santo dichiarava a sé stesso il fermo impegno di camminare sulle strade della perfezione cristiana, si può constatare la finezza d’animo del giovane religioso abruzzese e soprattutto, il suo impegno nel lavoro interiore al fine di far splendere l’uomo nuovo, edificato dallo Spirito santo e il discepolo di Cristo che, illuminato dalla grazia, fa di tutto per piacere a Dio, vivere il Vangelo e amare il prossimo con generosa carità.

Ho scelto di fare qualche considerazione sul proposito numero 12 che recita così: “Non dire parole né aspre, né impazienti, né parole dalle quali possa alcuno restar mortificato”. Quando un’anima è così attenta e delicata nel relazionarsi con il prossimo, possiamo dire davvero che essa è vicina al cuore di Dio e sta camminando sulle sue vie! La vicinanza a Dio, infatti, affina la nostra persona, la fa risplendere e la rende più armoniosa, più sensibile, più umana.

Cari amici, viviamo un mondo dove la volgarità non è rara e il garbo, la signorilità del tratto, il rispetto nel parlare non sono più così frequenti. Probabilmente, anche quando apparentemente sembriamo persone da bene, a volte indossiamo potenti maschere ma che all’occasione vanno in frantumi. Si legge in un commento di sant’Agostino sul comandamento dell’amore reciproco donatoci da Gesù, nel Vangelo di Giovanni, che alcune situazioni provocano la nostra presunta carità al fine di farci prendere coscienza che sotto la cenere del nostro apparente amore, cova ancora tanta brace; ci sono circostanze che, come il vento, fanno rinvigorire tizzoni infuocati e così la fiamma dell’ira manifesta ancora tutta la sua forza. Quanta sapienza in queste parole del santo di Ippona, quanta verità!

Ricordo ancora un caro amico prete e psicologo quando insisteva sull’importanza della parola sostenendo che non possediamo nulla che abbia, nello stesso tempo il potere e la levità delle parole, perché nulla possiede, a un tempo, l’imponderabilità e l’immensità dello spirito. Esse possono cambiare la vita in bene o in male. Ad esse dobbiamo, in gran parte, chi siamo. Sì cari lettori, c’è una parola che costruisce e una che distrugge, una parola che diffonde calore e luce, un’altra che semina gelo, una che infonde fiducia e restituisce l’individuo a sé stesso e al futuro, un’altra che la spegne. Le parole concorrono, in misura altissima, a creare il clima, l’atmosfera che si respira in un ambiente e che penetra nell’anima, la nutre o la inaridisce, la rende felice o infelice. Il dialogo o si fa o ci disfa.

Il problema di essere felici o infelici, di rendere felici o infelici coloro che vivono con noi, dipende, per una percentuale altissima, dalle parole che diciamo, ci direbbe san Gabriele, e a volte è possibile cambiare la qualità della vita di qualcuno semplicemente cambiando il modo di parlarsi. Un bell’esercizio per l’estate!

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