Chi mi conosce sa che non intervengo mai per partito preso sulle decisioni che un qualsiasi Governo voglia attuare nella sua responsabilità istituzionale. Il giudizio, infatti, ha sempre riguardato le eventuali conseguenze delle scelte nei confronti dei diritti e delle condizioni socioeconomiche dei cittadini e delle famiglie. Un comportamento adottato con i Governi di qualunque colore politico, senza mai farci condizionare dalle “simpatie” personali, tra l’altro proprie dell’essere umano..
Questa volta, allora, voglio affrontare, tra le tante questioni, una presente nel disegno di legge promulgato qualche giorno fa e recante il titolo “Decreto Sicurezza”.
Al di là del giudizio delle varie norme che, complessivamente, non mi piacciono affatto (ad esempio la scelta di armare i poliziotti fuori servizio), una più di altre mi ha fortemente impressionato. Anzi, mi ha fortemente indignato. Mi riferisco al rinvio della pena per le donne incinte e madri di bambini fino a un anno di età: prima era obbligatorio, ora invece diventa facoltativo, secondo il giudizio del magistrato di turno.
Questo, nonostante la possibilità di alternative esistenti come le Case famiglie protette in cui al nucleo mamma/bimbo viene assicurata una vita “normale”, senza sbarre, senza guardie carcerarie e con la possibilità per i piccoli di frequentare una scuola all’esterno fino a fine pena della mamma. E le loro mamme, detenute per piccoli reati come le “borseggiatrici”, vengono avviate a percorsi educativi individuali che comprendono il rispetto delle regole, la cura dei bambini e dell’ambiente in cui vivono. Ma la cosa più importante è l’avvio al lavoro esterno in modo, una volta estinto il reato, da prepararle all’uscita dalla Casa famiglia.
Non si tratta, dunque, di difendere chi compie reati, ma di difendere il diritto di chi tale reato non l’ha compiuto ed è anzi totalmente innocente. Parliamo del diritto del neonato a non essere recluso, un innocente che per cause altrui ne paga le conseguenze.
Insomma, la colpa dei padri o delle madri non deve mai ricadere sui figli. Un concetto di grande civiltà che tutti i cittadini, nessuno escluso, devono avere sempre bene in mente. Ricordiamoci il grande amore di Gesù nei confronti dei bambini: “Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli”.
Non dobbiamo, allora, mai smarrire o dimenticare questi insegnamenti fondamentali per la crescita di una società sempre più solidale e giusta.
L’appello ai governanti, dunque, è di cancellare questa norma, magari grazie a un sussulto di consapevolezza e responsabilità!