ABBASSARE I TONI

Oggi non affronteremo questioni di carattere economico, è sufficiente ribadire che le famiglie, purtroppo, stanno ancora soffrendo di una situazione caratterizzata da prezzi elevati e tuttora in crescita, da bassi salari e pensioni inadeguate. Cose che mortificano il loro potere di acquisto con gravi conseguenze sulla qualità della vita. Vogliamo invece lanciare un allarme sul clima che sta attraversando il Paese in tema di convivenza civile. Un clima pessimo, davvero brutto.

Troviamo degradante che, anziché cercare il confronto, la discussione ed eventuali mediazioni in campo politico, la trattazione si basi sull’insulto e la violenza verbale. Temi giganteschi, come lo sviluppo economico, la grave situazione geopolitica con le guerre in corso, lo stesso divenire socio culturale improntato a un servizio scolastico all’altezza, la Sanità per tutti, la difesa e la transizione Ecologica, l’unità del Paese e il rilancio Europeo, vengono affrontati tutti con spirito di parte, come due squadre di calcio a cui interessa solo la propria vittoria, non quella del Paese. Ciò non deve significare che non vi debba o possa essere un confronto dell’idee fatto con fermezza e determinazione, anche duro, ma nella determinazione e nell’eventuale contrasto devono essere sempre assenti l’insulto e il pregiudizio fuori luogo. Poiché al di là dell’etica, abbiamo la certezza che tale comportamento fa sì che s’innalzino, tra le parti in causa, muri invalicabili su eventuali convergenze possibili e attuabili per questioni rilevanti che interessano la collettività. E non è sufficiente che vi sia un arbitro, il nostro presidente della Repubblica, che con grande saggezza richiami all’ordine i contendenti. Spetta quindi a loro, ai responsabili istituzionali, abbassare i toni e con reciproco rispetto ricercare le soluzioni, con la consapevolezza che nell’agone politico ci sono solo avversari, non nemici.

Purtroppo, però, alla violenza verbale, si aggiungono episodi di violenza fisica che coinvolgono uno dei fondamentali diritti di cittadinanza, quelli di poter dimostrare e manifestare le proprie idee. Quello che sta avvenendo negli ultimi tempi rispetto a questo principio sacrosanto e legittimato dalla Costituzione, ci fa indignare, come la violenta repressione sofferta da ragazzini dediti a manifestare il proprio pensiero per la Pace e contro la guerra. Bene ha fatto, dunque, ancora una volta, il nostro presidente a stigmatizzare tale episodio.

Ecco perché, allora, tutti noi e a tutti i livelli e in tutti i campi della società, dobbiamo operare perché altre siano le parole d’ordine nel divenire dei processi economici, sociali e culturali. Ascolto, discussione, approfondimento: correttezza e stima reciproca non devono mai mancare. Solo così, infatti, si possono trovare soluzioni funzionali ai reali e concreti bisogni della popolazione.