LA FAMIGLIA INNANZITUTTO

SINODO DEI VESCOVI DAL 5 AL 19 OTTOBRE
By Gianni Di Santo
Pubblicato il 3 Ottobre 2014

TANTI I TEMI SUL TAPPETO, TRA I QUALI LE PROBLEMATICHE INERENTI L’ACCOGLIENZA AI DIVORZIATI RISPOSATI. AL CENTRO DELL’ATTENZIONE, PERÒ, C’È IL FAMOSO QUESTIONARIO INVIATO ALLE DIOCESI: HA RISPOSTO L’85 PER CENTO DELLE 114 CONFERENZE EPISCOPALI DEL MONDO  Ci siamo. La III Assemblea generale straordinaria del sinodo dei vescovi si trova a Roma a parlare di famiglia (5-19 ottobre 2014). Un sinodo particolare – l’altro, quello ordinario, è previsto a ottobre del prossimo anno e avrà per tema Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia – denso di sfide e pronto a dare risposte alle tante domande che provengono dalle comunità ecclesiali e dalle diocesi sul tema “famiglia”. I media pongono l’attenzione, inevitabilmente, sulle problematiche inerenti l’accoglienza ai divorziati risposati, ma è chiaro che il sinodo sulla famiglia va oltre questo “particolare”, seppure importante, e al quale papa Francesco ha dato il “là”.

Intanto al centro dell’attenzione c’è il famoso questionario inviato alle diocesi: ha risposto l’85 per cento delle 114 conferenze episcopali del mondo, mentre le risposte individuali o collettive di fedeli, associazioni o singole diocesi sono state circa 800. Altri numeri interessanti: i membri del sinodo straordinario sono 188, oltre ai membri di nomina pontificia, mentre al sinodo ordinario del 2015 il numero sarà più ampio perché comprenderà non solo i presidenti degli episcopati nazionali ma altri vescovi al fine di assicurare una rappresentanza proporzionale delle varie conferenze episcopali.

Di cosa sta discutendo allora il sinodo straordinario di questi giorni? L’Instrumentum laboris, il documento di base per la discussione, intitolato Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione e tradotto in sei lingue, riporta una sintesi delle risposte numerose e dettagliate al questionario inviato dalla segreteria del sinodo a novembre scorso a tutte le diocesi.

Il testo si divide in tre parti. La prima parte è intitolata Comunicare il vangelo della famiglia, dove viene fatta un’analisi nuda e cruda sull’ignoranza riguardo la conoscenza dei documenti conciliari e post-conciliari del magistero sulla famiglia da parte del popolo di Dio. Insomma, i documenti non sono affatto conosciuti. E quando questi sono conosciuti, “tanti cristiani manifestano difficoltà ad accettarlo integralmente”.

La seconda parte, intitolata La pastorale della famiglia di fronte alle nuove sfide, cerca di raccontare le situazioni difficili della famiglia al giorno d’oggi. Tra le sfide pastorali della famiglia c’è la violenza e l’abuso, la violenza fisica e psicologica, anche sessuale, l’incesto, la pedofilia (non bisogna dimenticare che il questionario ha portata mondiale e non è riferito solo alle chiese europee e occidentali). Interessante, nonché coraggioso, il riferimento allo “stile di vita a volte vistosamente agiato dei presbiteri” o la “incoerenza tra il loro insegnamento e la condotta di vita”.

E poi, ovviamente, il crescente numero delle convivenze fuori dal matrimonio. “Tra le possibili linee di azione pastorale si ritiene essenziale aiutare i giovani a uscire da una visione romantica dell’amore, percepito solo come un sentimento intenso verso l’altro, e non come risposta personale a un’altra persona, nell’ambito di un progetto comune di vita, in cui si dischiude un grande mistero e una grande promessa”.

Un documento intriso di passione per la famiglia e di solidarietà per la famiglia. “Un’attenzione particolare va data alle madri che non hanno marito e si prendono cura da sole dei figli. La loro condizione è spesso il risultato di storie molto sofferte, non di rado di abbandono. Vanno ammirati anzitutto l’amore e il coraggio con cui hanno accolto la vita concepita nel loro grembo e con cui provvedono alla crescita e all’educazione dei loro figli”.

Ma il punto “dolente, quello che negli scorsi mesi ha avuto l’attenzione dell’opinione pubblica, è la “famosa” questione sui divorziati risposati e il loro desiderio di ricevere la comunione. “Molte delle risposte pervenute segnalano che in tanti casi si riscontra una richiesta chiara di poter ricevere i sacramenti dell’eucaristia e della penitenza, specie in Europa, in America e in qualche paese dell’Africa. La richiesta si fa più insistente soprattutto in occasione della celebrazione dei sacramenti da parte dei figli. A volte si desidera l’ammissione alla comunione come per essere ‘legittimati’ dalla chiesa, eliminando il senso di esclusione o di marginalizzazione. Al riguardo, alcuni suggeriscono di considerare la prassi di alcune chiese ortodosse, che, secondo la loro opinione, apre la strada a un secondo o terzo matrimonio con carattere penitenziale; a questo proposito, dai paesi di maggioranza ortodossa, si segnala come l’esperienza di tali soluzioni non impedisca l’aumento dei divorzi. Altri domandano di chiarire se la questione è di carattere dottrinale o solo disciplinare”.

E sulle coppie omosessuali? “Tutte le conferenze episcopali si sono espresse contro una ‘ridefinizione’ del matrimonio tra uomo e donna attraverso l’introduzione di una legislazione che permette l’unione tra due persone dello stesso sesso. Vi sono ampie testimonianze dalle conferenze episcopali sulla ricerca di un equilibrio tra l’insegnamento della chiesa sulla famiglia e un atteggiamento rispettoso e non giudicante nei confronti delle persone che vivono in queste unioni. Nell’insieme, si ha l’impressione che le reazioni estreme nei confronti di queste unioni, sia di accondiscendenza che di intransigenza, non abbiano facilitato lo sviluppo di una pastorale efficace, fedele al magistero e misericordiosa nei confronti delle persone interessate. Nel caso in cui le persone che vivono in queste unioni chiedano il battesimo per il bambino, le risposte, quasi all’unanimità, sottolineano che il piccolo deve essere accolto con la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che ricevono gli altri bambini. Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”.

Un sinodo importante dunque. Si parla di contraccezione, di coppie non sposate, ma anche di responsabilità educativa. Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale dell’assemblea, ha spiegato che, evitando atteggiamenti da crociata da un lato, o di permissivismo e relativismo dall’altra, è emerso dalle risposte al questionario la necessità di una “ricerca di dialogo che distingua tra la unicità del matrimonio tra uomo e donna e la necessità di riconoscere diritti alle unioni, non solo dello stesso sesso, con un atteggiamento di chiarezza e rispetto”.

Queste le premesse. Dopo il 19 di ottobre ne sapremo qualcosa in più.

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