CHIESA ITALIANA E CORONAVIRUS

By Gianni Di Santo
Pubblicato il 1 Aprile 2020

Quando i lettori avranno in mano questo giornale, saranno già passati più di un mese dalla scrittura di questo articolo e nulla, ad oggi, ci dice cosa succederà ancora in merito all’urgenza da coronavirus. La Chiesa italiana ha prontamente recepito il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri dello scorso 8 marzo finalizzato a definire in modo unitario il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del coronavirus ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario. Sono state, infatti, stabilite limitazioni in tutto il territorio nazionale anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiedeva l’adozione di misure tali da evitare assembramenti di persone. Quindi, niente sante messe, nessuna funzione religiosa pubblica e stop anche alle attività diocesane parrocchiali sino al prossimo 3 aprile. Le misure adottate mettono in crisi le abituali dinamiche relazionali e sociali. “La Chiesa che è in Italia – scrive in un comunicato la Cei – condivide questa situazione di disagio e sofferenza del paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus. Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità. Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica”.

In un’intervista al Corriere della Sera, l’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, ha detto che “in fondo il virus è un male comune e ci aiuta a capire che solo amando il bene comune, e facendone parte, trasformeremo queste avversità in un’occasione preziosa per essere più vicini a tante fragilità che stanno intorno a noi. Questa rinuncia forzata deve aiutarci a capire il dono che abbiamo ricevuto, a farci vivere la ricchezza della nostra fede in modo più consapevole quando torneremo, speriamo presto, alla vita ordinaria”.

QUERIDA AMAZZONIA

Ha fatto molto parlare di sé la pubblicazione dell’esortazione post sinodale Querida Amazzonia. Un documento che traccia nuovi cammini di evangelizzazione e di cura dell’ambiente e dei poveri e, auspicando un nuovo slancio missionario, incoraggia il ruolo dei laici nelle comunità ecclesiali. 

Quattro sono i sogni contenuti nell’esortazione. Il sogno sociale: la Chiesa sia al fianco degli oppressi. Il sogno culturale: avere cura del poliedro amazzonico. Francesco chiarisce che promuovere l’Amazzonia non significa colonizzarla culturalmente. Il sogno ecologico: unire cura dell’ambiente e cura delle persone. Infine, il sogno ecclesiale: sviluppare una Chiesa dal volto amazzonico attraverso un grande annuncio missionario. Per il papa, poi, va garantita “una maggiore frequenza della celebrazione dell’eucaristia”. Al riguardo, ribadisce, è importante “determinare ciò che è più specifico del sacerdote”, che è il solo abilitato a presiedere l’eucaristia. Come dunque “assicurare il ministero sacerdotale” nelle zone remote? Francesco oltre a esortare tutti i vescovi, specie latinoamericani, a essere più generosi, orientando quanti mostrano una vocazione missionaria a scegliere l’Amazzonia, si augura un nuovo ruolo, da protagonisti, dei laici.

Il ruolo delle donne, infine. In Amazzonia alcune comunità si sono sostenute solo “grazie alla presenza di donne forti e generose”. Che non possono però avere un accesso all’Ordine Sacro. No quindi alla clericalizzazione delle donne, ma incoraggiare il sorgere di nuovi servizi femminili, che, con un riconoscimento pubblico dei vescovi, incidano nelle decisioni per le comunità.

PATTO EDUCATIVO GLOBALE: RINVIATO L’INCONTRO VOLUTO DAL PAPA

L’evento mondiale sul tema Ricostruire il patto educativo globale previsto per il prossimo 14 maggio, voluto proprio da papa Francesco e destinato tutti gli operatori e i responsabili del campo dell’educazione e della ricerca, si terrà tra l’11 e il 18 ottobre 2020. Le motivazioni sono legate alle incertezze che su scala mondiale si registrano a causa della diffusione del coronavirus

La congregazione per l’Educazione Cattolica continua a lavorare per questo fondamentale incontro: “Cerchiamo insieme di trovare soluzioni, avviare processi di trasformazione senza paura e guardare al futuro con speranza. Invito ciascuno ad essere protagonista di questa alleanza, facendosi carico di un impegno personale e comunitario per coltivare insieme il sogno di un umanesimo solidale, rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio”.

LAUDATO SI’ WEEK

Il grido della terra e il grido dei poveri non possono più aspettare. È il rinnovato appello del papa per la cura della casa comune nel videomessaggio per l’iniziativa Laudato si’ Week, dal 16 al 24 maggio prossimi, quando le comunità cattoliche celebreranno ovunque il quinto anniversario dell’enciclica di Francesco del 24 maggio 2015.

In occasione dell’evento Francesco sollecita a chiedersi “che tipo di mondo vogliamo lasciare a quelli che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo”. Nell’enciclica, infatti, aveva specificato che tale domanda riguarda non solo l’ambiente in modo isolato, ma in generale il senso dell’esistenza e i valori che stanno alla base della vita sociale.

La Settimana Laudato Si è patrocinata dal dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e facilitata, tra gli altri, dal Movimento cattolico globale per il clima. Guarda alle azioni di salvaguardia del creato intraprese fin qui dalle comunità cattoliche e va avanti con impegno per accelerare l’opera di protezione della casa comune.

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