UNA MADRE SEMPRE PRESENTE

By Nandino Di Eugenio
Pubblicato il 1 Maggio 2022

La breve vita terrena di Gabriele è segnata dalla amorevole presenza di Maria santissima. Orfano poco prima di raggiungere quattro anni, Gabriele viene privato delle affettuose premure materne. Ma poco prima di morire, Agnese dandogli l’ultimo bacio lo affida alla Madonna: vegli Lei quell’angelo di figlio ancora così piccolo e già così vivace. E la Madonna ne prende cura divenendone protettrice e guida.

Gabriele attribuisce al suo intervento l’essere uscito vivo da un pauroso incidente di caccia; in convento parlerà ai confratelli di sei avvenimenti accadutigli durante la vita in memoria dei dolori della Madonna e assicura che il settimo sarà la sua morte. Tiene gelosamente registrate in un quadernetto le grazie ricevute da Lei. Una di queste è senz’altro la sua vocazione la cui storia non scorre certo fluida e serena, ma è più che tormentata. Gabriele sente che Dio lo chiama, ma oscilla tra il no ed il sì in una altalena continua, combattuto tra l’ideale della vita religiosa e quello di una brillante carriera nel mondo; questo ultimo, lusinghiero obiettivo per il quale Gabriele ha tutti i numeri, è quello che sognano e si augurano molti in famiglia, specialmente il suo papà.

Ad ogni apparire di pericolo riemerge però l’anelito verso il convento, sommerso, appena torna il sereno, dalla spensierata e futile quotidianità. Sembra una danza di entusiasmi presto spenti, di promesse puntualmente dimenticate, di aspirazioni per lo più momentanee, di decisione definitiva che tarda a venire.

E la Madonna interviene perché Gabriele superi ogni dubbio e incertezza. Il 22 agosto 1856 l’intera città di Spoleto (PG) si raccoglie devota davanti all’immagine di Maria portata in processione. Vi partecipa anche Gabriele; è lì tra i fedeli; guarda, riflette e prega. I suoi occhi si incontrano con quelli della Madonna il cui sguardo è di inesprimibile tenerezza e di dolce rimprovero. Gabriele percepisce chiaramente la voce della Madre celeste: “Che stai a fare nel mondo? Il mondo non è per te. La vita religiosa ti aspetta”. “A tali parole, riferisce il gesuita padre Carlo Bompiani, suo confessore e professore, Gabriele uscì dalla folla e proruppe in pianto. Prese il partito di essere passionista e vi fu sì risoluto che vinse tutte le difficoltà”.

Ogni resistenza è superata, ogni dubbio risolto. Gabriele, al termine della processione, torna a casa trasformato: irremovibile e deciso chiude per sempre le porte al passato. Dopo appena quindici giorni lascia Spoleto e parte per Morrovalle (MC) dove inizia il noviziato. Nella sua prima lettera dal convento Gabriele ricorda al papà con commossa gratitudine quella voce della Madonna: “L’onnipotente Iddio da gran tempo mi aspettava ed io ingrato facevo il sordo; in quali abissi sarei andato certamente a cadere se Maria benigna non accorreva. Io non fo altro che benedire la misericordiosa mano di Maria che mi tolse dal mondo”.

Indossa l’abito religioso il 21 settembre 1856, cambia il nome di battesimo Francesco in quello di Gabriele dell’Addolorata; nella sua vita di passionista avverte sempre più la consolante presenza di Maria che lo accompagna e guida maternamente nel veloce e gioioso cammino verso la santità. La sente particolarmente vicina nel momento della morte come colei che dà conforto e serenità, come madre che viene a prendere il proprio figlio. I confratelli presenti nella sua cameretta lo vedono sorridere “con gli occhi scintillanti di gioia”, rallegrato da una visione dolcissima; lo contemplano stupefatti fissare lo sguardo in alto, mentre lo sentono implorare fiducioso: “Mamma mia, vieni presto!”. E la Madonna esaudisce la sua commovente preghiera.

Padre Norberto, il suo santo direttore, sintetizza felicemente: “La Madonna cominciò a Spoleto con chiamare Gabriele alla vita religiosa, la Madonna lo accompagnò e proseguì ad aiutarlo nell’opera della sua santificazione in tutta la vita, la Madonna compì l’opera con venire a prenderlo in punto di morte e portarselo vicino a Sé nel paradiso”.

E non è tutto. E’ presente, la Madonna, in molti miracoli operati da Gabriele. Nel primo riconosciuto dalla Chiesa, proprio Lei annunzia all’inferma che guarirà per intercessione di Gabriele. A molti malati nel corpo e nello spirito, a molti sfiduciati e delusi, assetati di un sorso di gioia autentica, di pace e di serenità, a volte è proprio la Madonna a suggerire loro, anche nei modi più imprevisti, di rivolgersi a Gabriele indicando loro il suo santuario. Qui Gabriele, il santo del sorriso, li aspetta, li accoglie e ascolta le loro preghiere.

Comments are closed.