L’ARTISTA di DIO

padre Giovanni Lerario
By redazione Eco
Pubblicato il 1 Aprile 2014

Nel rappresentare una delle principali forme culturali per visualizzare la storia della salvezza, l’arte pittorica ha altresì offerto da sempre, a una moltitudine di uomini, l’occasione unica di esplicitare in un dipinto, in un’opera la reale testimonianza spirituale. Padre Giovanni Lerario (Roma, 25 ottobre 1913 – Pescara, 10 novembre 1973), pittore-francescano, aveva trasformato questa testimonianza nella sua missione di vita. A 40 anni dalla sua dipartita, e facendo seguito al dettame dell’indimenticato papa polacco, secondo il quale non vi poteva essere futuro senza memoria, riscopriamo e valorizziamo alla più vasta platea un personaggio unico nel suo genere, fedele seguace di san Francesco, le cui opere sono sparse un po’ in tutto il mondo, da Detroit a Fatima, da Silvi a Forlì, passando per Liverpool e Malta. Lerario, il cui nome già nel 1970 era inserito in “diverse enciclopedie internazionali”, possedeva un senso poetico e mistico anche quando dipingeva, rappresentando il connubio arte e religione in maniera pressoché perfetta, con una vocazione innata alla bellezza cristiana densa di luci e colori che ne hanno magnificato la propria grandezza artistica. Lerario utilizzò l’arte per parlarci del vangelo con opere che commuovono e penetrano l’anima.

“L’artista di Dio” ha lasciato molto anche in Abruzzo, a Lanciano, Pescara, Chieti, Torricella, Alanno, Rivisondoli e Silvi, dove visse gli ultimi dieci anni della sua vita presso la basilica dell’Assunta. Il respiro delle sue opere, l’equilibrio pittorico e le intuizioni artistiche gli hanno consentito di lasciare un segno importante nella pittura religiosa del XX secolo. Una delle opere più grandiose di Lerario è visibile a Riccione, presso la chiesa Mater admirabilis: l’abside di questa casa di Dio rappresenta un vero e proprio “vangelo vivente”, un’opera d’arte che presenta la storia dell’umanità e della chiesa, da Abramo fino a Paolo VI, tutta in stile classico con spunti aperti alla modernità. È il trionfo della chiesa con al centro il Cristo Pantocrator che ha in mano il libro con la scritta Ieri, Oggi, Sempre.

Nel ricordare padre Lerario, vogliamo essenzialmente accostarci alla speranza di un domani migliore, al quale anche l’arte può contribuire in maniera significativa: è compito di ciascuno di noi custodire questi nostri tesori, poiché la memoria storica aiuta la formazione di un’identità culturale e la condivisione di valori comuni da tramandare ai posteri. Soprattutto, ci aiuta ad affrontare i nuovi problemi dell’umanità.  Paolo Martocchia

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