LA LITURGIA DELLE ORE

By Michele Seccia
Pubblicato il 31 Maggio 2016

Mentre la terra compie la sua quotidiana rotazione nel sistema solare, passando dall’alba al tramonto e dalla notte al giorno, la liturgia delle ore celebra la lode e la gloria di Dio con la voce gioiosa e supplice di tante persone. Per molti secoli, questo modo di pregare i salmi e di ascoltare i brani della scrittura, dell’antico e del nuovo testamento, è stato proprio degli eremiti, dei monaci, delle comunità di vita consacrata, del clero.

Ma che cos’è la liturgia delle ore? Ecco come la definisce il Catechismo dei giovani: è la preghiera universale e pubblica della chiesa; i testi biblici guidano l’orante sempre più in profondità nel mistero della vita di Gesù Cristo. Con essa, in tutto il mondo, ad ogni ora del giorno viene data al Dio trino la possibilità di trasformare passo dopo passo l’orante e il mondo (YC 188).

Il concilio Vaticano II aveva auspicato che questa modalità di santificare il tempo e la vita dei consacrati e di alcune chiese locali, divenisse patrimonio ed esperienza della chiesa intera. Così attraverso un lungo periodo di secoli, dal breviario si è giunti alla liturgia delle ore, una riforma complessa che, già nel titolo, richiama la scansione del tempo e del giorno in un susseguirsi di momenti: Mattutino o ufficio delle letture=prime ore del mattino; Lodi=lode mattutina; Terza=ore 9; Sesta=ore 12; Nona=ore 15; Vespro=ore serali; Compieta=preghiera notturna o prima del riposo.

Quella che per secoli è stata una consuetudine di particolari gruppi di credenti guidati da un presbitero o dal vescovo e di comunità formate intorno ad una persona con un ascendente spirituale ed in grado di educare alla lettura e alla preghiera dei testi sacri, è diventata un’esperienza quotidiana di santificazione del tempo: nei monasteri di clausura e nelle congregazioni religiose; nel silenzio della vita eremitica e nel canto di uomini e donne che alternano preghiera e lavoro; in non poche comunità parrocchiali si è consolidata l’esperienza di recitare insieme la preghiere del vespro, come molti laici hanno iniziato a gustare la preghiera dei salmi grazie alla scoperta e alla pratica della liturgia delle ore.

Mi capita spesso di incontrare adolescenti e giovani che si ritrovano insieme per pregare i vespri! Ed è bello sapere che ci sono gruppi di studenti delle scuole superiori o universitari che, ogni mattina, si ritrovano in una chiesa o in un luogo appartato, nei pressi della scuola o della facoltà per celebrare insieme le lodi!

Ma perché questa esperienza è importante per la nostra vita di fede? Perché la liturgia delle ore curata, pregata con fede ed attenzione, desta sempre il nostro stupore? Si resta sorpresi e affascinati quando una parola, una frase o un testo o una breve lettura sembra che riguardino la nostra vita personale, l’esperienza vissuta in quel momento o facciano riferimento a situazioni di gioia, di dolore, di speranza o di sconforto; insomma sentiamo che Dio ci parla o come noi vogliamo rivolgerci a lui. Infatti Dio ci ascolta, ogni qualvolta lo invochiamo e ci risponde, con la parola, in maniera sorprendentemente concreta; talvolta però ci chiede anche lunghi periodi di silenzio e di aridità per verificare la nostra fedeltà.

Cari amici, a questo proposito mi piace ricordare come sant’Agostino abbia dedicato molte catechesi al commento dei salmi nella sua comunità, ricordando insistentemente la loro l’importanza e la loro bellezza per due ragioni. Prima di tutto perché anche Gesù ha pregato con queste composizioni attribuite a Davide e che formano un intero libro dell’antico testamento: basti pensare ad alcune frasi pronunciate dal maestro, riferite nei racconti dei vangeli sia durante la sua predicazione, sia durante la passione. La seconda ragione nasce da un preciso insegnamento del grande padre della chiesa che, commentando il salmo 85, disse ai suoi fedeli, e lo ricorda anche a noi oggi: “Quando preghiamo i salmi è Cristo che prega per noi, prega in noi, è pregato da noi”. Prega per noi come nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo dunque in lui le nostre voci e le sue voci in noi.

“I salmi – ha scritto Thomas Merton – sono il pane, miracolosamente fornito da Cristo, per nutrire quelli che lo hanno seguito nel deserto” (Il pane nel deserto). Essi sono stati, per secoli, la preghiera principale dei monaci ed ora, grazie anche al concilio Vaticano II, stanno diventando, sempre di più, la preghiera di tutti i cristiani. Auguro anche a te che leggi, di fare questa esperienza. misec@tiscali.it

Comments are closed.