Cari amici di san Gabriele, mentre scrivo per riflettere con voi sul catechismo dei giovani (YouCat), ho meditato ancora una volta la pagina delle “beatitudini” secondo Matteo (5,1-10). Gesù sale sulla montagna e, dall’alto, vede una moltitudine di persone (le folle) e, come i maestri del tempo, si siede per istruire i suoi discepoli che si avvicinano a lui. Il parlare di Gesù è diverso: una novità che stupisce e attrae quanti lo hanno già seguito nella predicazione itinerante. L’evangelista Luca (4, 1-12) precisa che Gesù, dopo l’esperienza del deserto, inizia il suo itinerario di predicazione proprio da Nazareth da dove era partito. Anche questo Luca sottolinea, con un linguaggio diretto, che il Maestro pur vedendo la folla che lo ha seguito, si rivolge ai discepoli che lo seguono, e proclama le beatitudini. Se hai in casa la Bibbia o il Vangelo, ti invito di cercare le due versioni in Matteo e in Luca, e nota le differenze! Gesù inizia a parlare in modo diretto, alzando gli occhi verso i suoi discepoli che lo hanno seguito e ora gli si avvicinano: “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio”! (Lc 6,29) Mentre l’evangelista Matteo sembra richiamare Mosè quando precisa che Gesù, salito sulla montagna e messosi a sedere, si rivolge ai suoi discepoli per affidare loro un insegnamento importante attirando tutta la loro attenzione. L’amore per i poveri deve essere sempre una caratteristica distintiva dei cristiani, con una precisazione importante, come ricorda il catechismo, ai poveri non spettano solo delle elemosine, essi hanno diritto alla giustizia (YC 449).
Caro amico, spero che tu comprenda quanto sia importante questa verità. Nello stesso tempo, non pensare che la povertà sia solo quella materiale! Può essere anche spirituale, intellettuale! Solo quando riuscirai a renderti conto di questo, non potrai ridurre l’insegnamento di Gesù a semplici norme prescrittive, ma ne capirai anche il suo valore fondamentale. La condizione di povertà coinvolge una relazione autentica tra le persone. Infatti, se la carità manifesta concretamente la solidarietà verso chi è nel bisogno, diventa naturale fare attenzione alle reali necessità degli altri.
Caro amico/a, che segui queste riflessioni, mi permetto di farti qualche domanda che, mi auguro di no, ti suonerà un po’ strana: ricordi le opere di misericordia corporale e spirituale? Personalmente temo che non se ne parli più durante la formazione catechetica, né con gli amici che frequentiamo. Eppure sono importanti se vogliamo essere concreti nelle relazioni con il prossimo e le persone più bisognose. Con il catechismo dei giovani (YC 450) provo a ricordarti le opere di misericordia corporale. Sono impegni concreti che non credo abbiano bisogno di ulteriore commento: Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non puoi, né devi ignorare le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. (YC 451) Ne hai sentito parlare nel tuo percorso di preparazione alla cresima o in altri incontri di catechesi? Se le rileggi con un po’ di attenzione ti potrai rendere conto che non si tratta di azioni superficiali né di decisioni occasionali, ma indicano in modo concreto lo stile di vita che dovrebbe avere ogni giovane consapevole della propria fede e impegnato a testimoniare, specie se già cresimato, la coerenza della propria vita con il Vangelo di Gesù.
Caro amico/a, nell’augurati “Buon Natale” ti invito a riflettere seriamente sull’esempio della povertà che il Figlio di Dio ci ha offerto con la sua incarnazione e nascita. Ti consiglio di prendere la Bibbia e leggere con calma come gli evangelisti Matteo, Luca e Giovanni hanno raccontato la nascita del Figlio di Dio. Vuoi vivere bene il prossimo Natale? Con San Gabriele ti invito a mettere la tua capacità e la tua stessa vita al servizio degli amici più bisognosi! Sarai felice per te stesso e contribuirai anche alla felicità degli altri.
Auguri di Buon Natale a tutta la tua famiglia.