IL BATTESIMO: INIZIO DELLA VITA IN CRISTO E NELLA CHIESA

By Michele Seccia
Pubblicato il 3 Ottobre 2016

Il titolo scelto non è casuale ma fondamentale per ribadire due importanti verità: l’essere figlio di Dio riguarda ogni creatura che nasce alla vita poiché porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio creatore; per questo ogni uomo è mio fratello non è uno slogan, ma un impegno da assumere e che non dovremmo mai dimenticare! Con il battesimo, ricevuto per decisione dei genitori o in età adulta, inizia la vita in Cristo e nella chiesa, una permanente comunione con Dio (YC 194). Se uno è in Cristo è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove, scriveva l’apostolo Paolo ai Corinzi (2Cor 5,17).

Cari amici, forse il battesimo richiama alla nostra memoria soltanto il peccato originale, che lega la nostra condizione umana all’esperienza descritta nei primi capitoli della Genesi. Il battesimo ci unisce in Gesù Cristo alla sua morte redentrice sulla croce; ci libera dal potere del peccato originale e di tutti i peccati personali e ci fa risorgere con lui ad una vita senza fine. L’acqua, da sempre simbolo di purificazione e di novità, viene versata sul capo del battezzando nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, anche quando il battesimo avviene per immersione. I segni dell’unzione, della veste bianca e della candela battesimale esplicitano il significato della vita nuova che inizia per il battezzato.

Perché il battesimo non si riduca ad un gesto convenzionale o di consuetudine, è necessario che chi ne fa richiesta (i genitori per i figli o un adulto catecumeno che ha deciso di aderire a Cristo), professino pubblicamente la fede (YC 196). Cari amici, davanti alla bellezza della vita nuova che inizia con il battesimo, la chiesa continua a battezzare i bambini (YC 197) per una ragione di fede e di pedagogia: anzitutto perché prima che noi scegliamo Dio, Dio ha già scelto noi. Per i genitori credenti, dovrebbe essere chiaro che, come desiderano il meglio per i figli, allo stesso modo scelgono per loro il dono del battesimo in virtù della propria fede che dovrà essere vissuta nella famiglia, affinché diventi esperienza di vita quotidiana (preghiera, carità, perdono, giustizia…) ed introduzione dei figli alla fede.

A questo proposito, credo sia necessario non sottovalutare due scelte che si vanno diffondendo: il rifiuto di battezzare i figli per lasciare loro una maggiore libertà e la scelta del nome con riferimenti alla moda del momento. Non si tratta di emettere giudizi, ma di ricordare ai genitori, già ministri nel sacramento del matrimonio celebrato come scelta di fede, che generare la vita significa impegnarsi seriamente affinché il figlio/a cresca arricchito da tutto ciò che essi hanno già sperimentato come un bene per se stessi. La scelta del nome, oltre a rinsaldare legami famigliari (come avveniva in passato), ci ricorda che per Dio la creatura non è un numero, ma una persona amata, come leggiamo nel profeta Isaia “Ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni” (Is 43,1; YC 201). Il nome significa anche protezione e affidamento ad un santo, amico di Dio, da conoscere come si conosce il migliore amico che diventa esempio da imitare (YC 202).

Quando il battesimo è richiesto da una persona adulta, è indispensabile che la celebrazione del sacramento sia preceduta dal catecumenato: un periodo di tempo nel quale la persona è invitata a conoscere la fede cristiana, non solo attraverso la lettura della parola di Dio, del catechismo della chiesa cattolica, ma anche attraverso l’esperienza di una comunità che vive la fede, celebra i sacramenti, testimonia la bellezza della chiesa non per la sua manifestazione esteriore (le chiese, l’arte, la liturgia…) ma soprattutto per l’impegno nella carità, nel perdono, nella solidarietà.

Infine, caro amico/amica che leggi queste brevi note, ancora una parola sulla celebrazione del battesimo e sulle conseguenze di questo primo e fondamentale sacramento. La fede si trasmette di generazione in generazione e, potremmo aggiungere, di battezzato in battezzato. Per questa ragione, il battesimo viene amministrato normalmente dal vescovo o da un sacerdote o da un diacono, ma in caso di emergenza, qualunque cristiano può battezzare con acqua pronunciando la formula battesimale: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Questo sacramento è così importante che persino un non cristiano può amministrarlo purché abbia l’intenzione di fare ciò che fa la chiesa nell’atto del battesimo (YC 198). Se quest’ultima affermazione può suscitare qualche sorpresa o dubbio, la comprendiamo bene leggendo il Catechismo (YC 199) rispondendo alla domanda: il battesimo è veramente l’unica via verso la salvezza? Per tutti coloro che ascoltando il vangelo hanno creduto che Cristo è la via, la verità e la vita (Gv 14,6), il battesimo è l’unica via verso Dio e la salvezza. Al tempo stesso è vero che Cristo è morto per tutti gli uomini; per questo raggiungono la salvezza anche tutti coloro che non hanno avuto alcuna possibilità di conoscere Cristo e la fede, ma che sono alla ricerca di Dio con cuore sincero e vivono secondo la loro coscienza (è il cosiddetto battesimo di desiderio). A te che hai letto sino in fondo, una domanda per concludere: almeno una volta al giorno ti ricordi del dono del tuo battesimo e ringrazi Dio con… un bel segno di croce? misec@tiscali.it

Comments are closed.