GIOVANNI PASCOLI, POETA AMBIENTALISTA
Nel 1906 venne pubblicata nella raccolta Odi e inni la poesia, Al Serchio, per la quale Pascoli scrisse una nota a favore della tutela degli habitat naturali, prendendo posizione contro il disboscamento sconsiderato, la privatizzazione e canalizzazione, per fini industriali, di alcune polle del fiume Serchio. “Gli alberi e le acque si amano e si aiutano con fraterna vicenda: gli alberi proteggono le acque, le acque alimentano gli alberi. E quando la bella selva nei meriggi estivi sta immobile sul dorso del monte, pare che porga ascolto alla voce sommessa e dolce, come un vagito nuovo, d’un rio a cui ella diede vita; e quando i ruscelli son divenuti il fiume, questo, con la sua gran voce inestinguibile, sembra che canti le lodi dei faggi e degli abeti, amici della solitudine e della meditazione, i quali tuttavia di lassù vollero ispirare e animare tanto fremebondo lavoro al piano. […] L’Italia deve rivestire i suoi monti già spogliati dalla spensierata ingordigia dei possessori, se vuol da per tutto ciò che, per provvidenza, per disinteresse, per virtù dei maggiori, è qui in Val di Serchio”. Un bel insegnamento sulla reciprocità presente nella natura e come quest’ultima sia una ricchezza collettiva.