Eucaristia: Dono di Cristo a noi – per noi – in noi

Cari Amici, parlando dell’eucaristia, noi entriamo nel cuore della fede cristiana e della nostra vita di battezzati. Infatti questo terzo sacramento della iniziazione cristiana è il fulcro di tutti i sacramenti (YC 298). In merito all’eucaristia, i documenti del concilio Vaticano II usano due parole: fonte e culmine; sorgente e vertice di tutta la vita cristiana. Trascrivo un breve brano del Catechismo (CCC 325) che mi ha sempre colpito per la sua bellezza e la sua essenzialità: nell’eucaristia “abbiamo il culmine sia dell’azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia il culto che gli uomini rendono a Cristo e per lui al Padre nello Spirito Santo”! Ovvero, con questo sacramento, nel quale Cristo ha consegnato se stesso agli apostoli e alla chiesa, ogni battezzato vive due momenti fondamentali della fede cristiana: la manifestazione più alta della rivelazione del mistero di Dio nell’oggi della storia come anche l’esperienza più completa, possibile oggi, per la chiesa e per il battezzato.

“Eucaristia” era in origine la preghiera di ringraziamento che, nella liturgia primitiva, precedeva la consacrazione del pane e del vino. In seguito il termine si identificò con l’intera celebrazione della messa. Dopo questa dovuta precisazione, riparto dal titolo scelto per questa spiegazione/catechesi.

Il primo passo da compiere per comprendere bene il valore dell’eucaristia è ritornare alla vigilia della morte di Gesù Cristo, quando nella notte in cui fu tradito riunì intorno a sé gli apostoli nel cenacolo a Gerusalemme e celebrò con loro l’ultima cena (YC 209). Nel rito della Pasqua ebraica, i gesti e le parole del maestro ne costituirono la grande novità: la lavanda dei piedi, riportata nel vangelo di Giovanni, il pane azzimo spezzato e il calice del vino. Parole antiche e sempre nuove che ancora oggi ascoltiamo durante ogni celebrazione eucaristica. Prendete e mangiate… prendete e bevete… questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi… questo è il mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. E aggiunse: fate questo in memoria di me.

Caro amico/a che stai leggendo, prima di andare avanti ti chiedo di prendere la tua bibbia e di cercare la prima lettera di san Paolo ai Corinzi per leggere con calma questo brano: capitolo 11, versetti 23-25.

Ora posso continuare. L’eucaristia è la consegna di Cristo alla chiesa, rappresentata ieri dagli apostoli da lui inviati in tutto il mondo per annunciare il vangelo e per testimoniare tutto ciò che Gesù di Nazareth, Figlio di Dio e nostro Salvatore, ha compiuto per il bene dell’umanità.

Approfondiremo ancora altre dimensioni e conseguenze dell’eucaristia. Ora è importante rivolgermi a te che stai leggendo con tre domande: sei consapevole che partecipando all’eucaristia tu partecipi ed accogli personalmente, e con tutta la comunità-chiesa il più grande dono che Cristo ha riservato a noi – per noi – in noi?

A Noi Il Figlio di Dio mandato dal Padre nella potenza dello Spirito Santo, uomo tra gli uomini nato da Maria, giovane vergine di Nazareth, è stato consegnato dal Padre all’umanità in un tempo preciso e in luogo geografico ben delimitato, in una tradizione religiosa antica e rivelata, giunta a noi mediante il racconto biblico dell’antico testamento. Al termine della sua missione terrena, Gesù Cristo per manifestare il suo amore infinito, ha voluto donarsi radicalmente a noi. E qui è illuminante quanto scrive san Giovanni prima della lavanda dei piedi: …avendo amato i suoi, li amò sino alla fine (Gv 13,1-2).

PER Noi Non possiamo ignorare le parole pronunciate da Cristo nel cenacolo e ricordate nella trasmissione orale della fede sin dai primi secoli e, ancor più, la sua passione e la sua morte di croce: esse fanno risaltare questo per noi indicandone la causa e la finalità… a causa dei nostri peccati… per riscattarci dai nostri peccati. Insomma, il dono che Cristo fa di se stesso sulla croce per la nuova ed eterna alleanza, è anticipato nel segno del pane e del vino. La redenzione dal male ci è donata grazie al sacrificio di Cristo, crocifisso e risorto per noi.

IN Noi E siamo al momento della nostra personale partecipazione all’eucaristia. Al coinvolgimento personale nel mistero d’amore di Cristo che si dona sino in fondo, sino a diventare nostro cibo, nutrimento. È il mistero della comunione. Non ha nulla a che vedere con l’intimismo spiritualista, piuttosto con l’esperienza degli apostoli, dei discepoli… quando i loro occhi riconoscono il Signore crocifisso-risorto che appare lungo la strada, che si rivela nel nello spezzare il pane per donarlo e per donare se stesso ai suoi. Ecco il grande mistero dell’eucaristia che si compie ogni volta che rinnoviamo la nostra adesione alla parola di Cristo e accogliamo nella fede la sua presenza nella nostra vita che viene trasformata.

Concludo con una citazione di sant’Agostino riferita al tempo della sua conversione. Caro amico/a che hai letto sin qui, rifletti bene su quanto riferisce il giovane filosofo inquieto e deluso, ma instancabile cercatore della verità perché le sue parole esprimono molto bene quanto io ho cercato di spiegare: “Era come se udissi un voce dall’alto: Io sono il cibo dei forti, cresci e allora mi mangerai; ma non mi trasformerai in te come avviene con il cibo del corpo, ma sarò io a trasformarti in me”.

Caro amico/a, con questa frase di sant’Agostino ti auguro di celebrare il santo Natale riscoprendo la gioia dell’eucaristia come il dono che Gesù Cristo, Figlio di Dio, continua a fare a te, per te e in te, ogni volta che partecipi alla messa e ti accosti all’altare per nutrirti del corpo e del sangue di colui che è nato per noi. Buon Natale!