TERZO SETTORE E NUOVE BATTAGLIE

By Bruno Scarano
Pubblicato il 1 Marzo 2022

Si è levato un coro di proteste da parte delle associazioni No Profit contro il governo per l’introduzione dell’Iva. In parte sono state ascoltate le loro istanze, infatti grazie a un emendamento collegato alla Legge di bilancio 2022, slitta la sua applicazione, rinviando il tutto al 2024. Pertanto, la manovra sull’Iva è solo rimandata e non eliminata. In pratica introdurre l’obbligo dell’Iva, non solo comporta un esborso legato alla rendicontazione in fattura, ma nel trasformare l’esclusione in esenzione inserisce il “principio di concorrenza’’ che rischia di fatto di far diventare commerciali e quindi tassabili molte attività del terzo settore. Ad esempio, quando si organizzano nelle sale parrocchiali e negli oratori cineforum per gli associati, queste attività diventano tassabili perché fanno concorrenza alle sale cinematografiche. Così come pure per i bar degli oratori che dovranno rilasciare scontrini fiscali per somministrazioni di snack, caffè, eccetera.

Ma il dibattito sulla riforma non si ferma qui, perché il Forum del Terzo Settore vorrebbe che la norma venisse abolita e non rinviata. Infatti, la nuova portavoce del Forum Nazionale, la dottoressa Vanessa Pallucchi, ha chiesto subito un tavolo di confronto con il ministero dell’Economia e del Lavoro, per discutere anche del tema fiscale sull’associazionismo. In agenda vi è, oltre la soppressione dell’Iva, pure un netto miglioramento della riforma fiscale per il settore del No Profit. Le associazioni pongono sul tavolo tre questioni sottovalutate.

1) Fare chiarezza dal punto di vista fiscale. Gli enti che sono iscritti al Registro Unico chiedono un fisco agevolato, rispetto alle proprie attività sociali.

2) Perché al Terzo Settore non viene esteso l’esenzione della tassa dell’Irap come avviene per le altre realtà di imprese?

3) Il finanziamento straordinario sui progetti sociali, ovvero una parziale restituzione di quanto non erogato in quattro anni di mancata attuazione della Riforma. Stiamo parlando di 100 milioni l’anno, una misura che dovrebbe essere stanziata subito.

Insomma, nei prossimi mesi ci saranno importanti sfide per le associazioni in questa direzione. Ricordiamo che dallo scorso 23 novembre è operativa l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo settore (Runts). Per la prima volta le associazioni sono tutte in un’unica casa comune, con un’unica identità giuridica. In questo registro sono confluiti circa 38 mila Organizzazioni di volontariato (Odv) e oltre 50 mila Associa-zioni di promozioni sociale (Aps). Successivamente toccherà alle 22 mila organizzazioni Onlus. Quali vantaggi avranno gli iscritti? Tanti, tra questi l’ottenimento dell’etichetta di Ets (Ente del Terzo Settore) che consentirà di fruire benefici ad hoc con corsie preferenziali su finanziamenti e agevolazioni fiscali. Di contro devono garantire contabilità separate con rendicontazione e massima trasparenza. Il legislatore con il Registro Unico ha inteso eliminare gli elenchi previsti dalle leggi speciali del passato, basati su schemi e regolamenti diversi.

Sono in atto, dunque, grossi controlli affinché non ci siano iscritti irregolari. Ecco allora per gli interessati, alcune istruzioni per accedere alla piattaforma. È sufficiente consultare il sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali oppure il sito servizi.lavoro.gov.it. Le organizzazioni sociali dovranno dotarsi di alcuni strumenti di comunicazione digitali imprescindibili per la gestione delle pratiche come lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale) o la carta d’identità elettronica (Cie) per l’accesso. E ancora la Pec e la firma digitale modalità CAdES con file d’estensione p7m, per la gestione dei documenti richiesti. Nello specifico potrà accedere alla piattaforma per le richieste di iscrizione solo il legale rappresentante dell’organizzazione o quello della rete associativa di appartenenza. Nei casi di iscrizione con richiesta contestuale di personalità giuridica, invece, occorrerà autentificarsi e depositare gli atti, con il notaio che segue la pratica. La Pec, invece, servirà per ricevere e inoltrare specifiche comunicazioni all’Ufficio, il quale comunicherà con l’organizzazione anche attraverso notifiche all’interno della piattaforma. La firma dei documenti che dovranno essere sempre inviati in formato Pdf, dovrà avvenire attraverso la firma digitale, appartenente al referente che ha inoltrato la richiesta di iscrizione, riconducibile tramite codice fiscale. È importante inviare il file senza modificarne il nome. Per fare un esempio l’ente che vuole iscriversi al Runts accede tramite Spid o Cie al sistema, compila i campi obbligatori richiesti e carica i documenti richiesti in formato Pdf/a (ad esempio lo statuto). A questo punto il sistema invia una ricevuta in Pdf che l’ente dovrà firmare digitalmente (CAdES) e inviare nuovamente all’ufficio. Al termine, l’ente riceve una Pec di conferma dell’avvenuta ricezione. scaranobruno7@gmail.com

Comments are closed.