QUALE PACE

By Gabriele Cingolani
Pubblicato il 1 Gennaio 2023

Buon Anno è soprattutto un augurio di pace, come Buon Natale. Pace esprime il massimo contenuto di bene che si possa desiderare per qualsiasi destinatario, una persona, una comunità, l’umanità, il creato. Significa buona salute, lavoro, successo, relazioni appaganti, soluzione dei conflitti, quanto auspicabile di positivo per sfiorare la felicità.

Dio stesso augura la pace nel dettare a Mosè la formula di benedizione per il popolo, come racconta la Bibbia nel Libro de Numeri 6,28: Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda la pace. Le Nazioni Unite dal 1971 promuovono una giornata mondiale per la pace, che è il 21 settembre. La Chiesa Cattolica una giornata di catechesi e di preghiera per la pace, che è proprio l’inizio dell’anno, primo gennaio. Istituita da Paolo VI nel 1967, quest’anno si svolge per la cinquantaseiesima volta.

Entriamo nel 2023 travolti da ondate diverse, non solo quelle delle frane e degli allagamenti provocati dalla crisi climatica anche nel nostro paese. Una pandemia che ferisce ancora coi suoi colpi di coda, ora collegati e mescolati con il picco dell’influenza stagionale. Una guerra di distruzione e di morti che dopo quasi un anno non trova un respiro di cessate il fuoco, con la conseguente guerra energetica che causa il moltiplicarsi delle spese mensili. Sulle nostre persone, esposte senza protezione a questa serie di pressioni, pesa il logorio della preoccupazione, dell’insicurezza e della paura. La situazione influisce non solo sugli stati d’animo, ma sui rapporti a tutti i livelli, tra le generazioni, nell’ambito familiare, nel dibattito politico, fino a fare guerra su come fare la pace. Diventa sempre più difficile capirsi tra coniugi, genitori e figli, comunità, aggregazioni di ogni genere.

Ma osiamo augurarci ancora Buon Anno di pace. Accettiamo come atto di fede che la totale pace sociale non è possibile alle sole forze umane, ma ne sono ormai convinti anche quanti non credono al peccato e alla grazia di Dio. È però possibile costruire spazi di pace, e soprattutto assicurarsi un ambito di pace interiore. Tra le beatitudini proclamate da Gesù nel Vangelo c’è quella per gli operatori di pace, che quando la realizzano dimostrano di essere figli di Dio, il quale come padre di tutti vuole che i figli vivano in pace.

Gli ambienti e le condizioni della nostra vita sono oggi non solo complicati ma complessi, cioè non spiegabili nelle singole articolazioni perché sono connesse, intricate e producono sempre nuovi sviluppi imponderabili. Ne derivano conflitti sempre più difficili. Essi possono essere risolti del tutto o in parte e bisogna farlo, ma spesso non lo sono e bisogna viverci. Per questo è essenziale la pace interiore. Non per fuggire dai rapporti e dai problemi, ma per trovare in essi il senso profondo. Lo scopo della giornata mondiale della pace nella Chiesa cattolica non è solo riflettere e dialogare sulla pace, ma pregare la pace e per la pace. Se preghi, le cose possono non cambiare, ma sei tu che cambi e vedi e cose in altro modo. Percepisci nel vorticare degli eventi il soffio dello Spirito, il Dio Amore che salva l’umanità. La pace, come la gioia, è prima di tutto dentro di noi.

Buon Anno di pace.

Comments are closed.