L’ORO VERDE della VALLE ROVETO

Dall’oliva Monicella si estrae un olio mediamente fruttato, dall’aroma leggero di mandorla fresca con note amare che ricordano il carciofo. Il gusto è delicatamente piccante mentre il retrogusto è amarognolo. Ricco di sostanze fenoliche e antiossidanti, è ottimo se utilizzato in cucina, straordinario su una fetta di pane caldo

La Monicella consacrata sulla tavola imbandita di Slow food. Tra le new entry 2015 nell’elenco dei presidi d’Abruzzo della fondazione internazionale, nata per la difesa e valorizzazione delle specialità agroalimentari tipiche, troviamo l’oliva monicella. Varietà che ha come esclusivo habitat la Valle Roveto in provincia de L’Aquila. Assieme alla deliziosa castagna roscetta (Dop) rappresenta l’identità alimentare di uno stupendo territorio ricco di boschi e di acque cristalline, fermo nel tempo – non solo perché non toccato da stravolgimenti urbanistici – ma per la presenza di un imponente castello (XII secolo), quello di Balsorano. Sorta di nume tutelare, in ottimo stato di conservazione, appare su uno sperone di roccia all’imbocco della Valle provenendo da sud.

Nella zona sono presenti maestosi olivi secolari accanto a giovani olivi, messi a dimora da pochi anni, dalle cui drupe si estrae un olio color oro con riflessi verdi, mediamente fruttato, dall’aroma leggero di mandorla fresca con note amare che ricordano il carciofo. Il gusto è delicatamente piccante mentre il retrogusto è amarognolo. Un olio dalla buona fluidità e dalla piacevole sensazione tattile gustativa, ricco, in modo importante, di sostanze fenoliche e antiossidanti. Ottimo se utilizzato in cucina, straordinario su una fetta di pane caldo. Sul fronte del recupero e valorizzazione dei prodotti alimentari tradizionali di alta qualità, oltre a Slow Food, sono schierati a livello locale: Gal (Gran Sasso-Velino), amministrazioni comunali e Pro Loco.

A San Vincenzo Valle Roveto opera un’associazione, non a caso denominata La Monicella, e vi si tiene la manifestazione Frantoi aperti in Valle Roveto. Una grande festa dell’olio novello e dei prodotti enogastronomici che prevede una escursione lungo la “strada dell’olio” per assistere alla raccolta delle olive, la molitura e la degustazione dell’olio nei frantoi presenti sul percorso. L’aspetto tecnico-scientifico è trattato all’interno di un convegno e nel calendario è previsto anche un mini corso per assaggiatori di olio. In autunno, mentre i boschi della Valle si ammantano di stupenti e declinanti colori, nei suggestivi borghi medievali si festeggiano la sbarazzina roscetta e l’austera monicella con diverse manifestazioni: Lungo le antiche rue a Civitella Roveto; Sagra della castagna a Sante Marie; Sapori d’autunno a Canistro. La cultura mediterranea dell’olivo trova nel territorio abruzzese una terra di elezione particolare (oltre 9 milioni di piante e circa 50 varietà coltivate), con cospicue produzioni di olio extravergine di alta qualità. Meritati i riconoscimenti in Italia e all’estero come i tre Dop (Aprutino pescarese, Colline teatine, Pe-truziano colline teramane).

Un’altra bella festa autunnale, con consumazione collettiva del cibo, è quella che si tiene a Pollutri (Ch) il 6 dicembre in onore del patrono san Nicola di Bari. Un culto antico nato per riconoscenza al grande santo che, secondo la tradizione, avrebbe salvato da una terribile carestia gli abitanti del paese, arroccato su di un colle ai margini del tratturo Magno, moltiplicando a dismisura un pugno di fave. Da allora, ogni anno la sera del 5 dicembre, sul sagrato della chiesa del Santissimo Salvatore vengono cotte le fave in nove grandi calderoni accesi – nel tardo pomeriggio – contemporaneamente dando il via alla disputa tra gli “attizzatori” che, sostenuti dall’entusiasmo degli astanti, cercano di portare nel meno tempo possibile a ebollizione la propria caldaia. Le fave, appena lesse, vengono distribuite ai presenti assieme al pane e al vino. È frutto di una questua il frumento dal quale si ricava la farina per la realizzazione delle piccole pagnotte di san Nicola. Il giorno 6, al termine della santa messa, si svolge la processione con un prezioso busto in argento del santo di cui, tra l’altro, si conserva anche una reliquia.

Ma la cosa più sfiziosa di questa devozione è il rito del Lancio dei taralli che avviene dal balcone di un antico palazzo, posto sul belvedere di Pollutri, da parte del comitato della festa. In Abruzzo le feste sono sempre spettacolari, in questo comune del chietino avviene un fatto incredibile: piovono dal cielo leccornie… proprio come la manna del racconto biblico.