ACCOGLIERE LA VITA

By Carlo Baldini
Pubblicato il 28 Febbraio 2023

Sono un papà con un figlio malato di una malattia rara. Sapevamo questo fin da quando mia moglie era incinta e l’abbiamo accolto, però comprendo quei genitori che rifiutano questo peso per tutta la vita. La ringrazio se vorrà darmi delle spiegazioni. Giuliano (Martinsicuro)

L’espressione “aborto eugenetico” viene usata e pubblicizzata da coloro che consigliano l’aborto quando si prevede la nascita di un essere malformato o affetto da qualche malattia ereditaria rara.

Viene indicato anche come “aborto terapeutico”, ma impropriamente, perché con tale termine si indica la gravidanza che compromette la salute o la vita della madre. L’aborto eugenetico, come qualsiasi altro aborto, non può mai oggettivamente essere giustificato: il diritto alla vita è inviolabile sempre e comunque.

Il fatto che l’embrione si presenti malformato e portatore di malattie genetiche e gravi non diminuisce, anzi aggrava l’offesa alla vita e alla dignità umana. Si può e si deve comprendere l’angoscia della madre che sa di attendere un figlio malformato, la drammatica solitudine in cui viene lasciata. Il gesto difficile di apertura alla vita grava tutto su di lei.

La stampa, la cultura dominante, i gruppi di pressione ideologica, persino la stessa legislazione scoraggiano la donna che viene a trovarsi in situazioni conflittuali.

La ragione e la fede, però, stanno dalla parte della vita, anche se difettosa e imperfetta biologicamente.

L’embrione umano è soggetto con potenzialità di sviluppo e non un quasi-oggetto destinato a diventare soggetto umano.

Esso ha diritto alla vita e nessuno può interrompere o mortificare tale diritto. Ogni tentativo di giustificare l’eliminazione di nascituri malati e portatori di handicap è inaccettabile.

Nell’aborto, in ogni aborto, l’uomo e la donna si fanno arbitri insindacabili di chi deve nascere e di chi no.

baldinic@hotmail.com

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