UNO STRUMENTO POCO UTILIZZATO DAI RISPARMIATORI

Non sempre gli investitori sanno districarsi nella giungla di prodotti, strumenti e servizi finanziari che gli operatori mettono a loro a disposizione. Un settore, quello finanziario, fatto di opportunità, ma anche d’insidie. Infatti, se da una parte la varietà delle proposte d’investimento è di per sé positiva, dall’altra ha l’effetto collaterale di amplificare le titubanze del risparmiatore nel processo di formulazione delle proprie scelte. Un senso di insicurezza che spesso nasce dalla non perfetta conoscenza di ciò che è oggetto di offerta e che porta il risparmiatore a delegare ad altri le proprie decisioni di investimento. Ecco, l’obiettivo che persegue questa rubrica finanziaria è proprio quello di trasmettere al lettore le competenze necessarie ad affrontare i mercati e comprendere i singoli prodotti finanziari. Comunque l’acquisizione di conoscenze consente al risparmiatore di gestire con maggior consapevolezza e maturità gli investimenti futuri. Questo non significa che il lettore debba diventare necessariamente un esperto del settore, ma semplicemente che potrà comprendere quelle nozioni di base che gli permetteranno di diventare attore attivo della propria pianificazione finanziaria.

Questa volta parlerò di uno strumento poco utilizzato e poco proposto dagli sportelli bancari: si tratta degli Etf, acronimo inglese che sta per (Exchange traded fund), una particolare tipologia di fondi o Sicav, le cui quote sono negoziate, trattate e scambiate in borsa in tempo reale come semplici azioni.

Nella gestione dei patrimoni gli Etf sono uno degli strumenti finanziari più utilizzati dagli investitori istituzionali come banche e assicurazioni. Tuttavia per i risparmiatori, a mio avviso, possono rappresentare una valida alternativa ai fondi comuni, nell’ambito della diversificazione del portafoglio, in quanto sono uno strumento innovativo più trasparente ed economico. E,  spesso, si registrano una performance migliore di quella dei fondi, ad esempio quelli a contenuto obbligazionario.

Una delle principali caratteristiche di questo strumento è la gestione passiva, che in pratica consiste nel replicare esattamente e fedelmente la composizione e di conseguenza l’indice del mercato di riferimento. Un Etf, quindi, permette di investire su un indice sia esso azionario o obbligazionario, geografico o piuttosto settoriale, attraverso un’unica operazione di acquisto e/o vendita. In effetti gli Etf sono una via di mezzo tra un’azione/obbligazione e un fondo e consentono di sfruttare i punti di forza di entrambi questi strumenti. In particolare, acquistando un Etf e scambiando le quote come una normale azione è possibile realizzare la diversificazione e la riduzione dei rischi tipica di un fondo di investimento. La trattazione in continua di questi strumenti rende, infatti, possibile conoscere il loro valore di mercato in ogni istante, a differenza dei fondi comuni tradizionali, il cui valore viene calcolato una sola volta al giorno, generalmente a fine giornata. La maggior parte degli Etf sono a distribuzione, ossia distribuiscono dividendi. Inoltre, non è prevista nessuna commissione di “entrata” e di “uscita” e di “performance” a carico dell’investitore. Il risparmiatore deve solo considerare le commissioni applicate dalla propria banca per l’acquisto e la vendita sul mercato. Non deve sfuggire che gli Etf sono ovviamente esposti allo stesso rischio come le azioni, le obbligazioni e gli altri strumenti in cui è investito il loro patrimonio.

Gli Etf si possono distinguere in quelli di diritto estero armonizzati, in Etf di diritto italiano e altri di diritto estero non armonizzati. Sono considerati armonizzati tutti gli Exchange traded funds quotati a Milano e lo sono la maggior parte di quelli quotati nei paesi dell’area euro. Non sono armonizzati, invece, tutti gli Etf che sono trattati all’infuori dell’Unione Europea. Occorre sottolineare, inoltre, come i fondi di diritto italiano risultino enormemente penalizzati dalla tassazione a cui sono soggetti. Questi, infatti, sono tassati quotidianamente sull’incremento di valore del fondo, indipendentemente dall’effettiva realizzazione di capital gains. Proprio per questo motivo, non esistono al momento Etf di diritto italiano. Per capire se un Etf è o meno armonizzato, sarà necessario leggere il suo prospetto informativo.

brunoscarano@alice.it