CHE SIGNIFICATO HA OGGI CELEBRARE LA QUARESIMA?

By Carlo Baldini
Pubblicato il 1 Marzo 2014

Come sempre, anche quest’anno puntuale è tornata la quaresima con il suo clima penitenziale che a molti fa paura. Mi chiedo, padre, e le chiedo: che significa oggi celebrare la quaresima? Sono ancora valide le penitenze di una volta o è tutto cambiato? La ringrazio sentitamente. anziana lettrice

 La pratica della quaresima nella chiesa ha origini antichissime, la si può far risalire alla prima generazione cristiana. Essa, tuttavia, non è un residuato archeologico di pratiche ascetiche un po’ desuete, ma il tempo di una più viva esperienza della partecipazione al mistero di Cristo, morto e risorto. L’apostolo Paolo afferma perentoriamente: “Parteci-piamo alle sofferenze di Cristo per partecipare anche alla sua gloria” (Rm 8,17). L’accento della catechesi della chiesa fin dall’antichità è posto, non tanto sulle pratiche ascetiche, ma sull’azione purificatrice e santificatrice del Signore Gesù. Le opere penitenziali sono il segno della partecipazione al mistero di Cristo che per noi si fa penitente col digiuno nel deserto. La chiesa è consapevole che il Signore stesso dona efficacia alla penitenza dei suoi fedeli, per cui tale penitenza acquista il valore di azione liturgica, ossia azione di Cristo e della chiesa. Solo così la quaresima è la memoria del battesimo e impegno alla continua conversione e al continuo progresso della propria incorporazione a Cristo morto per i nostri peccati e il loro azzeramento. Da ciò consegue l’impegno alla pratica ascetica della continua purificazione che avviene con la pratica della penitenza che non può solo essere interiore e individuale, ma anche esteriore e comunitaria. Essa deve essere caratterizzata dalla detestazione del peccato come offesa di Dio; consapevolezza delle conseguenze comunitarie del peccato; preghiera più intensa e prolungata; pratica del digiuno; pratica delle opere di carità con aiuto fattivo ai fratelli e sorelle bisognosi. Rendere concrete le opere tipiche della quaresima (preghiera, digiuno, carità) adattandole alla nostra odierna sensibilità e cultura.

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