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100 giorni agli esami vissuti a San Gabriele
By Lorenzo Mazzoccante
Pubblicato il 1 Maggio 2022

Dopo gli anni della pandemia, finalmente i 100 giorni sono tornati in presenza. La data, inizialmente fissata al 14 marzo, era stata spostata al 4 aprile per far prima terminare lo stato d’emergenza legato alla pandemia da Covid. Alla fine i giovani si sono distribuiti sulle due date rendendole entrambe belle e colorate, e soprattutto vivendole con grande responsabilità e compostezza. Varie centinaia a marzo, diverse migliaia ad aprile.

Difficile dire se la pandemia abbia influito sul modo di celebrare anche questo giorno. Due cose però sono certe. La prima: la grande voglia dei giovani di far festa insieme. La seconda: almeno in termini percentuali, si sono visti più giovani – che nelle passate edizioni – accostarsi ai sacramenti della riconciliazione e della Eucaristia. E praticamente tutti sono stati, almeno qualche momento, in cripta a presentare il proprio saluto a san Gabriele.

Tra i tanti giovani incontrati Sara e Alessia, studentesse del liceo musicale di Pescara, mi hanno colpito particolarmente. Hanno gli occhi pieni di gioia, di sogni, e – parlando dell’esame – anche di un certo “sacro timore”.

Suonano pianoforte e clarinetto, ma nella loro classe ci sono studenti anche di flauto traverso, corno e altri strumenti e mi raccontano che – per loro – la seconda prova consisterà nell’analisi di una composizione.

Nel loro futuro ci sono strade diverse. Sara vorrebbe proseguire gli studi musicali entrando in un conservatorio mentre Alessia vorrebbe iscriversi alla facoltà di Scienze motorie.

Mi spiegano quanto la Dad abbia inciso sul loro percorso formativo e ora hanno un po’ di timore perché “la maturità è un esame importante, e come tale fa paura”, anche se dicono di aver lavorato duramente e con responsabilità per prepararsi al meglio a questa prova.

Timore e responsabilità. A queste ragazze non manca nulla! E a noi non resta che augurare a tutti i maturandi il successo che meritano.

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