SISTEMA CHE VAI PIANETA CHE TROVI

Mondo che verrà 
By marco staffolani
Pubblicato il 1 Luglio 2021

Quando parliamo di pianeti siamo abituati a pensare ai nostri 8 del sistema solare. Nell’ordine quelli rocciosi interni (Mercurio, Venere, Terra, Marte) e poi i giganti gassosi esterni (Giove, Saturno, Urano, Nettuno). Per chi ha fatto le scuole medie un po’ di tempo fa, bisogna ricordare che il buon vecchio Plutone è stato declassato da pianeta a pianeta nano già da diversi anni.

Ma i pianeti che abbiamo scoperto sono ben oltre questi di casa. Attualmente il contatore segna circa 5000 pianeti extrasolari (o esopianeti) in 3500 sistemi planetari differenti dal nostro (molti sistemi hanno più di un pianeta).

A partire dagli anni 90 le scoperte ri-guardavano soprattutto pianeti di grandi dimensioni, perché più facili da isolare rispetto alla luce della loro stella madre. La cosa curiosa è stata che a differenza del nostro sistema, in cui i giganti sono lontani dalla stella centrale, la norma per gli altri è di trovarli in orbite strette, anche più vicini di quanto Mercurio non sia rispetto al Sole. Invece di periodi orbitali misurabili in anni, ne abbiamo differenti che compiono la loro rivoluzione in giorni e persino in ore. Tutto considerato è sembrato giusto chiamarli hot Jupiter (Giove caldo) proprio perché a differenza del nostro gigante che è freddo con temperatura da congelamento, in questi pianeti si supera abbondantemente il punto di ebollizione dell’acqua, fino a raggiungere temperature capaci di fondere tutti i metalli che conosciamo.

Man mano che abbiamo migliorato i nostri mezzi di indagine, soprattutto con il fine di trovare piccoli pianeti perché più facili candidati ad essere nuove terre da abitare in un lontano futuro, ci siamo imbattuti in pianeti quasi gemelli del nostro, e anche in curiosi incroci tra pianeti rocciosi più massici della Terra e in altri gassosi più piccoli di Nettuno. E quindi la nomenclatura si è ampliata prevendo le superTerre e i miniNettuani.

Ma la natura è ancora più bizzarra di quanto avessimo immaginato. Abbiamo infatti trovato pianeti con un cuore di diamante e ricoperti di lava di carbonio, pianeti oceano interamente coperti da distese liquide di acqua o altro, pianeti che si stanno vaporizzando perché sono entrati nell’atmosfera calda delle loro stelle. Oppure, e non è più fantascienza, pianeti con 2 o 3 stelle madri, con un tramonto degno di Tatooine, per gli appassionati di StarWars! E perché no… anche la natura purtroppo rifugge i suoi figli, così che abbiamo dovuto constatare la rara categoria dei pianeti orfani, quelli che per sfortunate interazioni gravitazionali si sono staccati dal loro sistema per vagare in eterno nelle profondità dello spazio, o dei pianeti sterili, quelli che orbitano stelle di neutroni o anche buchi neri e che ricevono ogni giorno dosi di raggi gamma tali da rendere impossibile ogni forma di vita.

In mezzo a tutta questa varietà, ci sono anche sistemi planetari dove abbiamo più pianeti rocciosi candidati a sostenere la vita: sono alla giusta distanza dalla loro stella per permettere di avere l’acqua in forma liquida. Chissà un giorno i nostri posteri non saranno più soltanto terrestri, o marziani, ma saranno abitanti di questi mondi lontani, nuovi esploratori tra le stelle. Chi vivrà vedrà!

marco.staffolani.stf@gmail.com

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