RISPARMIO E BITCOIN

By Rosario Trefiletti
Pubblicato il 30 Novembre 2021

In questi ultimi mesi, immersi nella pandemia e tra le varie discussioni e decisioni sulla ripresa e sullo sviluppo del paese, oltre al superamento della crisi sanitaria si è parlato anche del rapporto risparmiatore e acquisto di Bitcoin. Tematica molto pubblicizzata su tutte le articolazioni dei mass-media. Stiamo parlando, infatti, di una novità in campo finanziario e internazionale con la creazione di una moneta sviluppata esclusivamente da sistemi informatici e non collegata al mondo economico e produttivo nella sua concretezza. Parliamo della criptovaluta che ha intercettato, in questi ultimi anni, molti investitori facendo volare il suo valore, dalla nascita a oggi, di un Bitcoin da zero a oltre sessantamila dollari.

Una precisazione: ogni giudizio su questa tipicità di investimento prescinde da valutazioni che si danno sulla tecnologia informatica e avanzatissima, quale quella del block chain per la creazione della cripto moneta. Anzi, noi siamo per il massimo sviluppo della tecnologia, ne peroriamo la causa anche perché ricordiamo che è lo stesso sviluppo della tecnologia che ha permesso una risposta in tempi rapidi per la creazione dei vaccini con cui oggi contrastiamo la pandemia.

Ribadiamo, quindi, che i giudizi sono relativi sia alle funzioni di tale strumento, quale investimento che i risparmiatori possono realizzare, sia ad alcune altre questioni di carattere generale che a noi sembrano alquanto problematiche.

Diciamo subito che siamo contrari a un investimento che, come dimostrato più volte, ha caratteristiche negative per la sua estrema volatilità. Sbalzi notevoli di valore, in positivo e in negativo, anche durante la stessa giornata. Inoltre questa criptovaluta è totalmente condizionata dalla domanda e dall’offerta del mercato e non collegata a elementi concreti e specifici, come nel caso dell’andamento azionario derivante dalla produzione e dalla produttività di un’azienda su cui si è investito.

Per essere più chiari, non è come l’azione di una casa automobilistica che varia a seconda del mercato con più o meno automobili vendute. Questo sistema di scambio finanziario permette, come è già stato denunciato con forza e determinazione dalle varie magistrature europee, la possibilità, se non la certezza di inserimenti in tale contesto di ingenti risorse finanziarie da parte della malavita organizzata al fine di ricicli e lavaggi di denaro di provenienza illecita. Inoltre, cosa poco sottolineata dai media, il sistema di produzione dei Bitcoin per la sua applicazione necessità di quantità energetiche pesantissime. Solo per dare un’idea, a oggi per il mantenimento dei computer il sistema consuma elettricità come l’intero stato della Norvegia. Questo mentre tutto il pianeta ragiona sulle tematiche complesse per una transizione energetica e una nuova ecologia basate sulla eco compatibilità ed eco sostenibilità.

Questo sistema non ci piace proprio e vorremmo che i nostri risparmiatori ne restassero lontani.

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