QUALE ALDILÀ PER UN “BRAVO” NON CREDENTE?

By Luciano Temperilli
Pubblicato il 30 Novembre 2021

Mi chiamo Andrea, ho 26 anni e sono alle prese con un dubbio sempre più pesante. Tutti mi considerano un bravo ragazzo, aiuto il prossimo attraverso il volontariato, non bestemmio, non dico parolacce, sono sempre disponibile per amici e famiglia, però non credo all’esistenza di Dio e di conseguenza non frequento la Chiesa. La mia domanda, dunque, è la seguente: quando non ci sarò più, nel caso mi fossi sbagliato, quale mondo abiterò? Grazie

Una sorpresa. Sarà una sorpresa anche per coloro che ci credono perché non è possibile immaginare l’inimmaginabile. Chi ci crede ci spera, chi non crede, come te, si interroga forse perché nessuno, pur sapendo di morire, riesce a immaginare la morte come la fine della propria vita. Si pensa, si sogna o si spera di sopravvivere in qualche modo. Uno spirito, un fantasma, un’anima o chissà che, insomma qualcosa che prolunghi la vita in un’altra dimensione.

Gli antichi lo hanno sempre ipotizzato, spesso come misterioso e tenebroso prolungamento del presente. Noi moderni siamo un po’ più scettici ma intanto riempiamo i nostri schermi di fantasmi, spiriti, zombie e simili. Sarà per esorcizzare la morte! Nella fantasia però, perché nella realtà quando qualcuno, a cui siamo legati, ci lascia rimane un vuoto che riempiamo con il ricordo, l’affetto e, magari sotto traccia, anche con la speranza che non tutto sia finito.

L’evangelista Matteo, al capitolo 35, ci parla del giudizio finale. Gli uomini non vengono interrogati se sono andati a messa ma se hanno assistito affamati, assetati, carcerati eccetera… A questi il Re dice “benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi”. Solo la bontà e l’amore danno diritto di entrare nel Regno. Una favola? Non penso. Per il credente è una speranza forte perché Gesù, il Risorto, è entrato in quel Regno. Credo però che corrisponda ad un desiderio che rimane nascosto nel cuore di ogni uomo perché la vita è troppo bella per finire ed è troppo ingiusta per dare al male l’ultima parola. La vita allora, si spera o si crede, che continui trasformata e, che ci sia un “luogo altro” in cui la vita e l’amore vivono abbracciati.

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