RIPARTIRE DAL CUORE

By Gabriele Cingolani
Pubblicato il 2 Gennaio 2022

Per favore, un po’ di cuore. Proponiamo questo impegno per il 2022. Molti si stanno chiedendo, con sospetto e speranza, che cosa ci porterà il nuovo anno. Proviamo a rovesciare la domanda: che cosa potrei portare io, che cosa potremmo offrire insieme al nuovo anno perché sia bello? Ecco, un po’ più di cuore. Siamo troppo dominati dal cervello nei rapporti familiari, economici e politici. È freddo, distaccato, facilmente manipolabile dall’arroganza e dal pregiudizio.

Circola in questi tempi una ricca letteratura sull’importanza di valutare i sentimenti e gli affetti nelle relazioni umane. Romanzi, analisi sociologiche e tutti i social ne traboccano. Va bene, ma non basta. Bisogna partire da una intimità più profonda. Qualcuno insiste sulle emozioni, ma sono ancora più labili, legate al momento fugace. Noi italiani siamo stimati il popolo più emotivo del mondo, ma non sembra un titolo d’onore. Cuore invece significa interiorità, autocoscienza, verità della persona, amore. Include e modera anche la razionalità. Questo è il senso nella Bibbia, e questo intendiamo nel dire cuore di Dio Padre, cuore di Gesù e di Maria. Bisogna mobilitare di più questa potenzialità dell’essere umano per migliorare il mondo. Possiede dimensioni imponderabili che sfiorano l’infinito, perché esprimono la nostra somiglianza col creatore.

Una recente inchiesta svolta in Italia nel corso della pandemia comprendeva domande su spiritualità, devozione, trascendenza, interiorità. Dall’analisi delle risposte risulta che “gli italiani non hanno una vita interiore e non ne sentono nemmeno la nostalgia”. Stentiamo a crederci, speriamo che non sia vero, comunque non lo sia di noi. Bisogna fare qualcosa per risvegliare questi cuori dormienti.

Torna a proposito anche qui auspicare più spazio alla donna nella società. Siamo sotto l’attacco subdolo di una cultura che tende a cancellare la differenza di genere nella natura umana. Un pericolo enorme di cui rischiamo di non renderci conto, che renderebbe la vita umana senza entusiasmo, senza emulazione e passione. “La donna, a differenza dell’uomo, sente la vita dal di dentro, non da fuori”. Guarda e giudica a partire dal cuore. Punta dritta dove la porta il cuore, e coglie con l’intuito dove fallisce o arriva tardi il raziocinio. Non si può privare la nostra convivenza di questa essenziale complementarietà. Anche e forse soprattutto nella Chiesa, pur accettando che la donna non faccia parte della struttura apostolica, dato che nostro Signore non vi ha ammesso neppure la sua pur degnissima Madre, che conservava tutte le cose meditandole nel suo cuore (cfr. Lc 2,19.51).

Per chi non fosse ancora convinto, noi de L’Eco abbiamo una ragione da cui non si può sfuggire. Il giorno della beatificazione di san Gabriele, era ancora vivo e presente il suo direttore spirituale padre Norberto Cassinelli. Anziano, vegliardo, commosso, tutti lo cercavano come fosse una reliquia del santo. E insistevano a domandargli come mai Gabriele, così giovane, che non aveva fatto niente da attirare l’attenzione, fosse all’onore degli altari. La sua risposta, sillabata ripetutamente con le lacrime agli occhi: Quel ragazzo ha lavorato con il cuore. Chiaro?

Auguri per un po’ più di cuore. Buon 2022.

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