QUELL’IMMAGINE VICINO ALLA CULLA

By Vincenzo Fabri
Pubblicato il 1 Maggio 2013

Nel febbraio 2012 la mia bambina Marta Linares, di Concordia (MO), di appena 15 giorni, si ammalò di polmonite. La sua salute, anche dopo il ricovero in ospedale, continuava a peggiorare, tanto che una mattina tememmo il peggio. Fu allora deciso il trasferimento in un reparto di terapia intensiva neonatale, ma non sapevamo se sarebbe arrivata viva. Tuttavia, lentamente, migliorava e perciò la riportarono nell’ospedale precedente. Ma la bambina si aggravò di nuovo e per noi genitori vederla soffrire era molto doloroso. Per tutto il tempo abbiamo pregato Gesù e Maria sua madre di intercedere per la mia bambina, ma soprattutto avevo dentro di me l’immagine, come una bellissima cartolina, della chiesa della Madonna della quercia del convento passionista di Morrovalle (MC) che conosco bene, perché fin da bambina ho trascorso belle vacanze insieme a miei carissimi amici proprio nel paese di Morrovalle. Vedevo questa immagine e sentivo dentro di me il nome “Gabriele” sempre presente. Non avevo collegato subito che san Gabriele aveva compiuto il suo noviziato in quella chiesa e non sapevo che fosse un santo così vicino ai bambini e ai giovani, eppure avevo queste sensazioni molto nitide che mi infondevano una grande forza e mi aiutavano a non disperare. Quando la mia bambina si aggravò di nuovo, decisi di chiamare una mia amica e le chiesi di rivolgersi ai passionisti affinché pregassero. Confidavo sinceramente che il Signore avrebbe ascoltato le loro preghiere e che san Gabriele l’avrebbe protetta. Un giorno vidi l’immagine del santo vicino alla culla di mia figlia e questo mi ispirava fiducia e gioia. Mia figlia, comunque, stava sempre male e riuscimmo a ricoverarla in un reparto all’avanguardia in cui c’era un solo posto disponibile. Quando arrivò al nuovo reparto, stava meglio, tanto che alcuni operatori del reparto si arrabbiarono per aver portato in terapia intensiva una bimba che “non stava abbastanza male”. In pochi giorni siamo tornati a casa, la bambina iniziò a star bene e a crescere anche più del normale. Un pediatra che non l’aveva mai vista ammise che, se non avesse saputo della malattia, mai e poi mai avrebbe immaginato quello che aveva passato. Non si può immaginare la nostra gioia nel riportarla a casa, nel vederla sorridere e crescere felice. Abbiamo saputo che tante persone si preoccupavano per lei e pregavano ogni giorno. La preghiera ci ha uniti, ha dato a lei la protezione di cui aveva bisogno e a noi la forza di non cedere alla disperazione anche nei momenti più difficili. Marta è stata battezzata nel convento di Morrovalle, insieme a suo fratello Alberto, da padre Gabriele che voglio ringraziare di cuore. Ringrazio anche medici, infermieri e tutti coloro che ci sono stati vicini, ma soprattutto ringrazio il Signore che, per intercessione di san Gabriele, ha ascoltato le nostre preghiere.

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