LO SPORT COME FOSSE UNA FAVOLA E TALVOLTA LO È PER DAVVERO…

Con il rituale frusciar di ruote e pedivelle, il ciclismo, quello amatoriale e quello dilettantistico, ma senza dimenticare quello professionistico ed oltre, si è impossessato della stagione agonistica e ancorché sembri talvolta adombrare la sua neghittosità di fronte ad atteggiamenti che un tempo sarebbero parsi inusuali, continua imperterrito a proporsi come sport a tutto tondo. Le folle continuano infatti a far ala alle corse, tanto da far scrivere a Pier Bergonzi, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e autore/cantore di apprezzati saggi su questa disciplina sportiva. “Il Giro d’Italia – osserva – è un’immensa rappresentazione teatrale, uno specchio nel quale ci riconosciamo da oltre un secolo. Come ai tempi della Commedia dell’Arte, la carovana rosa manda in scena un canovaccio che non è mai uguale a se stesso nel teatro a cielo aperto del Paese (per noi) più bello del mondo. La Corsa Rosa diventa un’occasione per raccontare nel mondo chi siamo, qual è il nostro stile e che cosa sappiamo fare, oltre che una spettacolare promozione del ciclismo”.