LA PREGHIERA DEL DISCEPOLO

By carmine arice
Pubblicato il 1 Febbraio 2019

Cari lettori, chi non si priverà della gioia di andare in chiesa alla domenica per incontrare il Signore nella parola e nell’eucarestia, quest’anno sentirà leggere il Vangelo di Luca e, se sarà attento, si accorgerà di alcuni temi ricorrenti cari all’evangelista perché fondamentali nella vita del discepolo: uno di questi è la preghiera.

L’insegnamento più eloquente su questo tema san Luca ce lo dà ricordandoci che sovente Gesù stava in preghiera, soprattutto nei momenti decisivi della sua vita e della sua missione: al Giordano, ricevuto il battesimo “stava in preghiera”(3,21); quando la sua fama si diffondeva sempre di più e tutti lo cercavano “Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare”(5,16); prima della scelta dei dodici apostoli Gesù passò la notte in preghiera (cfr. 6,12); la domanda rivolta a Pietro sulla sua identità “Chi sono io secondo la gente?”(9,19) scaturisce in un momento in cui Gesù “si trovava in un luogo appartato a pregare”(9,18); quando poi “salì sul monte a pregare”, “mentre pregava” Cristo è trasfigurato (9,28-29); nel capitolo 11, poi, c’è tutta una sezione dedicata alla preghiera, a iniziare dall’insegnamento del Padre Nostro. L’evangelista sottolinea che “Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare”(11,1). Anche negli eventi della Passione, la preghiera di Gesù riemerge con particolare importanza: durante l’ultima cena Egli assicura Pietro di aver pregato per lui perché la sua fede non venisse meno (cfr. 22,32); nell’orto degli ulivi c’è l’invito del maestro ai discepoli: “pregate per non entrare in tentazione”(22,40); poi allontanatosi, “inginocchiato pregava” (22,41); “in preda all’angoscia pregava più intensamente e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano a terra”(22,44). Le ultime parole di Gesù sono due preghiere rivolte al Padre: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno” (23,34); “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito” (23,46).

Cari lettori, non ci sono dubbi: per Gesù la preghiera è importante quanto l’evangelizzazione, la cura dei poveri e dei malati e questo, prima che con le parole, ce lo ha dimostrato con l’esempio. Ho voluto elencare molti dei brani riportati dal vangelo di Luca, e non sono tutti, nella speranza che a qualcuno venga la felice idea di leggerli, facendo una lectio divina tematica, e convincere il proprio cuore che “se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori” (Sal 127,1).

Non ci rimane che rispondere a una domanda: ma perché, secondo l’evangelista Luca è così importante pregare? Forse che Dio ha bisogno di schiavi adulatori? O non conosce i nostri bisogni? Niente di tutto questo! Secondo il terzo Vangelo la preghiera è necessaria come condizione per ricevere il dono dello Spirito Santo. Come dire: se vuoi la forza divina per vivere nel tempo, la luce del Signore per capire la storia e le tue scelte, la forza per sopportare il dolore, la grazia per essere salvato, hai bisogno dell’energia stessa di Dio che ti viene data mediante lo Spirito Santo invocato e accolto nella preghiera. Ecco perché Gesù terminato di insegnare il Padre nostro afferma: “il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”(11,13). L’esempio di Gesù ci convinca, allora, della necessità di liberare del tempo per pregare più che di cercare del tempo libero per questa attività così fondamentale per la nostra vita di fede.

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