La divisa di Buffon (e quella di Gualtieri)

“L’idea di avere anche io una divisa e un borsone, di far parte di un gruppo, mi emozionava: ero orgoglioso come se la maglia che indossavo fosse stata quella del Real Madrid. Poi mio padre andò via e mi spostai alla Perticata, a Carrara, che era affiliata all’Inter». “Siamo contenti di questa bella iniziativa. Questo protocollo non serve solo come un percorso di formazione, ma anche a trasmettere i valori base dello sport. Scuola e sport per noi sono un binomio importantissimo”

La prima di queste due citazioni è di Gianluigi Buffon, capo delegazione della Nazionale di calcio, l’altra è del sindaco di Roma Gualtieri, in occasione della firma a Palazzo Valentini del Protocollo d’intesa tra Città metropolitana di Roma Capitale e Associazione italiana arbitri per l’istituzione di percorsi formativi alla carriera di arbitro presso gli Istituti d’istruzione secondaria di secondo grado. In realtà – e di là dalle polemiche, dalle interpretazioni, dalle prese di posizione che ciascun italiano si sente in dovere di esprimere ad ogni piè sospinto – quello dell’arbitro, ha aggiunto il sindaco, è “un ruolo importantissimo, che va oltre lo sport del calcio, e riguarda un approccio di probità, rispetto delle regole, che trascende la funzione tecnica di direzione della partita. Senza regole non c’è sport”, ha concluso Gualtieri, bypassando – è inutile sottolinearlo – le quotidiane e ricorrenti polemiche sull’operato degli arbitri la cui funzione “è importantissima, responsabilizza, è un esercizio molto formativo”.