IL CUORE DELLE MISSIONI

Una visione innovativa e profetica
By Antonio Andreucci
Pubblicato il 30 Novembre 2022

Quattrocento anni fa papa Gregorio XV fondava Propaganda Fide, uno dei principali dicasteri della curia romana con il compito di diffondere la fede tra i pagani e sostenere l’attività missionaria in tutto il mondo

Quello che sta chiudendosi è un anno particolare per le missioni perché sono stati celebrati ben tre anniversari importanti per un settore della cristianità; l’atmosfera natalizia rende ancora più caldo e intimo il sentimento di solidarietà nei confronti di coloro che soffrono. Perché occorre dire che andare per il mondo a predicare il Vangelo non è solo un aspetto legato alla religiosità: i missionari svolgono da sempre un ruolo sociale e sopperiscono alle negligenze dei governi di nazioni povere, con la popolazione spesso alla fame, senza case, medicine, istruzione. Il missionario, e la missionaria (perché sono tante anche le suore impegnate in queste regioni povere del mondo) non è solo il prete, come lo vediamo noi ogni giorno, è anche medico, insegnante, carpentiere, psicologo. Il missionario vive sempre una situazione di ostilità e di pericolo, mettendo a rischio anche la propria vita. La Chiesa celebra la Giornata delle missioni l’ultima domenica di ottobre, ma accompagna questa attività con una struttura che proprio quest’anno compie 400 anni: la Congregazione de Propaganda Fide (oggi per l’Evangelizzazione dei Popoli). Un altro anniversario riguarda l’Opera della Propagazione della Fede, creata nel 1822 a Lione, in Francia, che insieme all’Opera della Santa Infanzia e all’Opera di San Pietro Apostolo nel 1922 hanno ottenuto il riconoscimento di “Pontificie”. Come si vede, tre anniversari: 400, 200, 100.

La “madre” di tutte è la Congregazione de Propaganda Fide, la più presente sui motori di ricerca di internet perché viene considerata anche l’antesignana della propaganda intesa in senso generale. Capita che venga citata anche quando si compiono ricerche sulle pubbliche relazioni o sulla politica: nel tratteggiare la storia si ricorda da dove tutto ebbe inizio (ma vedremo che non è proprio così). Il 6 gennaio del 1622 papa Gregorio XV fondò la sacra congregazione “de Propaganda Fide”, come organo supremo per la propagazione della fede, assegnandole un duplice scopo: promuovere la riunificazione dei cristiani e diffondere la fede nei vari continenti, strutturando la presenza della Chiesa per mezzo di nuove missioni e diocesi, che avevano allora la forma delle prefetture e vicariati apostolici. La congregazione era composta da 13 cardinali, due prelati e un segretario, ai quali fu aggiunto poco dopo un religioso carmelitano. La relativa Bolla papale, intitolata Inscrutabili divinae Providentiae arcano (Il mistero imperscrutabile della Divina Provvidenza), fu pubblicata il 22 giugno successivo e conteneva tutti gli obiettivi del dicastero: “La conversione dei pagani e infedeli e il recupero alla Chiesa romana di eretici e scismatici, ma anche i rapporti con le comunità di cristiani orientali uniti a Roma e infine l’assistenza spirituale delle minoranze cattoliche” nei paesi dove imperversava l’eresia o dove aveva trionfato l’Islam.

L’iniziativa di Gregorio XV rappresentava un vero cambiamento nell’organizzazione dell’attività della Chiesa lontano dallo stato Pontificio. Fino ad allora, infatti, spessissimo i missionari seguivano le rotte degli eserciti di conquistatori o colonizzatori, curando in particolare gli interessi degli ordini religiosi di appartenenza; la congregazione de Propaganda fide rappresentava invece uno strumento ordinario ed esclusivo del papa nell’esercizio della sua giurisdizione su tutte le missioni. Secondo molti storici, a indurre il Papa a istituire questo organismo fu anche il periodo molto particolare: era in corso la cosiddetta Guerra dei Trent’an-ni, iniziata nel 1618 come un conflitto tra gli stati protestanti e quelli cattolici nel frammentato Sacro Ro-mano Impero. Una guerra che si sviluppò nel tempo coinvolgendo le maggiori potenze europee e lo stesso stato Pontificio. Più in generale, oltre alla separazione di una parte della cristianità, ebbero il loro peso anche la scoperta di nuove terre, come l’America – conquistate dagli eserciti europei, ma non ancora toccate dal messaggio evangelico – e l’espansione turca nel Mediterraneo, che scossero la Chiesa nel profondo e posero interrogativi e sfide che necessitavano di una risposta.

Gregorio XV è citatissimo in tutte le culture del mondo perché viene ritenuto il “padre” di una struttura di propaganda, in questo caso relativa al cristianesimo, ma ricordata ogni qualvolta si sviscera questo argomento in campo politico. Eppure le cose non stanno proprio così. Certamente egli ebbe il merito di concretizzare e rendere finalmente operativa un’idea che vagava da tre secoli. Fu del missionario laico spagnolo Ramón Lull (1235-1315) la prima proposta di creare un dicastero che si prendesse cura, nel nome del pontefice, della missione o propagazione della fede. La sua, però, rimase un’idea e non se ne fece nulla, così come furono aleatorie le iniziative in questo senso di Pio V e più tardi di Clemente VIII. Quest’ultimo riuscì a istituire una congregazione de Propa-ganda Fide che ebbe però una breve durata (1599-1604) a causa della resistenza delle potenze del Patronato e della morte del suo animatore, il cardinale Giulio Antonio Santori. Il vero teorico di quella che oggi ha compiuto 400 anni è però da ritenere il carmelitano scalzo Tomás de Jésus. Questo monaco spagnolo giramondo può essere considerato anche il padre della propaganda come tecnica di comunicazione e tutto ciò che pensava e proponeva lo mise per iscritto. Nel 1610 affrontò la questione nel suo Stimulus missionum: Sive de propaganda a Religiosis per universum Orbem Fide (Lo stimolo delle missioni: o la propaganda dei fedeli da parte dei religiosi nel mondo). Tre anni più tardi tornò sull’argomento ipotizzando la costituzione di una congregazione che si occupasse della materia, con l’opuscolo De erigenda Congregatione pro fide propaganda (Propaganda concernente l’istituzione di una congregazione per la fede). Nove anni dopo, Gregorio XV ci mise il sigillo.

Attualmente i territori dipendenti dalla Congregazione – chiamata dalla riforma della Curia effettuata da Paolo VI Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli o De Propaganda Fide e dalla Costituzione Apostolica “Pastor Bonus” di Giovanni Paolo II semplicemente “Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli” – comprendono alcune regioni dell’Europa sudorientale e dell’America, quasi tutta l’Africa, l’Estremo Oriente e l’Oceania, a eccezione dell’Australia e di quasi tutte le Isole Filippine. Secondo le più recenti statistiche le circoscrizioni ecclesiastiche ancora oggi dipendenti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli sono 1.117: la maggior parte si trova in Africa (517) e in Asia (483), seguono America (71) e l’Oceania (46). Sono numeri importanti che testimoniano la presenza capillare della Chiesa nel mondo al servizio dei più deboli e dei diseredati.

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