COMPAGNI DI VIAGGIO VERSO LA SANTITÀ

By carmine arice
Pubblicato il 30 Settembre 2020

Cari amici di san Gabriele, leggendo le lettere del nostro santo scritte a suo padre, Sante Possenti, ricorre più volte la raccomandazione “di chiamare un santo sacerdote o religioso o secolare, ma non già di manica larga, come suol dirsi, e con lui conferire gli affari di famiglia e molto più delle vostre coscienze, onde poi un giorno non abbiate rammarico di non aver ciò fatto quando non ci sarà più tempo”, così notiamo, per esempio, nella lettera del 19 luglio 1859 che egli gli scrisse appena arrivato all’Isola del Gran Sasso.

Viene da dire: esortazione d’altri tempi! Suggerire a un laico, padre di famiglia, di cercarsi un sacerdote, esigente nel richiedere impegno sincero nel cammino di fede cioè “di manica stretta”, per fare “la confessione generale” come esorterà a fare in un’altra lettera sempre al padre Sante, e ricevere un’adeguata direzione spirituale con l’apertura della propria coscienza … non è un po’ troppo? A quanto pare no! E sono certo che il giovane santo parla per esperienza personale avendo certamente sperimentato lui stesso i frutti di questo esercizio e constatato quanto sia prezioso farsi aiutare da un santo sacerdote a camminare nelle vie del Signore.

Chi vuole davvero seguire Cristo non solo accontentandosi di qualche pratichetta religiosa o di piccole devozioni, ma desidera vivere in pienezza il Vangelo, chi – per ricordare un ammonimento sovente ripetuto dalla Parola Dio e ricordato da san Gabriele nelle lettere – vuole salvare la propria anima, non ne può fare a meno, e questo per almeno due motivi: il primo perché la radicalità evangelica è chiesta in qualsiasi stato di vita siamo, laicale, religiosa o sacerdotale che sia, e questo esige il distacco dal peccato e un costante cammino di purificazione dal male e dai vizi più o meno grandi che rendono la nostra vita triste e senza senso; il secondo perché, per discernere il bene dal male, e fare luce sui passi da compiere senza illusioni, scorciatoie, autogiustificazioni o anche scrupoli fuori posto, è utile e necessario lasciarsi aiutare regolarmente da persone sagge, amici del Signore denominati da un padre della Chiesa pneaumatofori, cioè portatori dello Spirito.

Siamo sinceri: oggi avere un direttore spirituale è cosa rara e non solo perché i sacerdoti scarseggiano (tra l’altro per questo esercizio non è strettamente necessario che vi sia un prete) ma soprattutto perché ci crediamo poco e pensiamo di poter fare tutto da soli, malati di autoreferenzialità come siamo o magari ci accontentiamo di qualche seduta, ogni tanto, da uno psicologo! Eppure se ci mettiamo alla scuola dei santi, leggendo le loro biografie noteremo che anche i più grandi maestri e dottori della Chiesa, grandi pastori e straordinari papi, hanno sentito il bisogno di aprire la loro coscienza a un direttore spirituale, sia per la celebrazione del sacramento, sia per essere confermati nella sana dottrina, sia per essere “guidati” o accompagnati, come si preferisce dire ora, nel cammino di fede.

Preghiamo il nostro santo perché non manchino mai sacerdoti disponibili a questo ministero così prezioso e, nello stesso tempo, chiediamo allo Spirito che ci convinca dell’importanza di lasciarsi aiutare da uomini saggi a percorrere la strada della santità.

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