ASSASSINATI 185 AMBIENTALISTI
Nel 2015 sono state uccise poco meno di 200 persone in tutto il mondo per aver difeso la loro terra, i loro boschi, i loro fiumi. Si presume ci siano diverse altre vittime non registrate. Notevole l’incremento rispetto al 2014. Questi impressionanti dati sono stati forniti dal nuovo rapporto On Dangerous Ground pubblicato da Global Witness. Le cause vanno ricercate nelle crescenti richieste del mercato di prodotti minerali, legname e olio di palma. I responsabili sono i governi, le imprese e le bande criminali che assoldano killer per appropriarsi di interi territori ignorando le comunità residenti, costantemente nel mirino della sicurezza privata delle imprese. I più sono caduti per aver osteggiato l’industria nelle sue diverse declinazioni: estrattiva, agricola, boschiva e idroelettrica. I paesi dove i difensori della terra e dell’ambiente corrono più rischi sono: Brasile, Filippine, Columbia, Perù, Costa Rica, Nicaragua e Repubblica democratica del Congo.