PAZIENZA E SANGUE FREDDO

By Bruno Scarano
Pubblicato il 10 Settembre 2016

Dopo l’uscita dell’Inghilterra dalla Ue (Unione Europea), si è aperta una crepa nel sistema comunitario europeo senza precedenti, una voragine qualcuno dice, innescando un circuito negativo, carico d’incertezze e d’instabilità sui mercati. Il popolo inglese, infatti, credo non abbia compreso appieno il senso del referendum o meglio l’impatto negativo che esso avrebbe avuto sull’intero sistema economico, politico e finanziario, votando . Intanto è contagiosa la tentazione da parte degli altri stati membri euro-scettici di uscire dall’Europa, di contro cresce anche il popolo del no ora consapevole più che mai dell’effetto negativo che comporta una tale scelta.

Come primo effetto c’è stata la svalutazione della sterlina, con grosse ricadute sulla bilancia dei pagamenti. Si registra una forte volatilità sulle borse, cresce il rischio di solvibilità delle banche, aumenta lo spread del debito pubblico, specie in quello dell’Italia e Spagna. Insomma, lo scenario che si presenta non è certo di quelli più rassicuranti per i risparmiatori, perché vede un’altra volta lo spettro del passato: la débâcle del 2011. A tal proposito l’Italia si è dotata dello scudo bancario che mette al riparo il risparmio dei cittadini, dopo l’introduzione del bail-in. È una scelta prudente, che attiva regole standard europee a difesa di banche comunitarie oggetto di attacchi speculativi, con una garanzia nazionale, onerosa per le banche. È una assicurazione a tutela del risparmio, per evitare che la miopia dei mercati possa danneggiare un bene pubblico. Pertanto la Commissione europea ha autorizzato la richiesta proposta dall’Italia di attivare il meccanismo di garanzia dello stato per emissioni di passività sul mercato da parte di banche, che siano solvibili. Purtroppo la misura è momentanea, nel senso che lo strumento sarà attivo fino al dicembre 2016. Lo schema proposto dall’Italia prevede che lo stato, attraverso il Tesoro, possa prestare la propria garanzia sul debito di banche solvibili, ovvero su bond senior di nuova emissione. Si tratta di un piano da 150 miliardi di euro, cifra che rappresenta circa tre quarti delle sofferenze lorde del sistema creditizio italiano e rientra perfettamente nelle regole sugli aiuti di stato approvate dal blocco Ue nel caso di crisi straordinarie. La garanzia potrà estendersi anche al nuovo fondo Atlante e all’acquisto di obbligazioni da parte dello stato.

Certo, l’unione bancaria funzionerebbe meglio se la garanzia non fosse nazionale, ma europea. Purtroppo la miopia affligge anche il disegno delle politiche economiche, per cui il combinato interesse di alcuni paesi centrali (vedi Germania e Francia in primis), di non condividere l’assunzione del rischio di alcuni paesi periferici di continuare a far contare i politici nazionali, e far giocare di fatto un ruolo rilevante agli stati nazionali.

Con lo scudo lo stato nazionale, in situazioni specifiche e temporanee, svolgerebbe una funzione di supplenza ai meccanismi di mercato. Soprattutto per l’Italia, la cui storia bancaria è costellata dei danni da inefficienza e corruzione che la presenza della politica provoca quando entra nelle aziende, occorre evitare a ogni costo il ritorno dello stato azionista. A questo ci ha pensato l’Unione Europea dando due limitazioni allo scudo: potrà essere attivata solo nel 2016 e la misura vale solo per istituti bancari solvibili.

Sicuramente, non per essere pessimisti, ci attende un lungo periodo di alti e bassi, con la borsa ballerina e con il Prodotto interno lordo (Pil) che stenta a crescere. Che fare? Dotarsi di tanta pazienza e di sangue freddo, non fare scelte impulsive e affrettate; rispettare il piano finanziario che vi siete dato, ovvero rispettare l’orizzonte temporale dell’investimento. Fare piccoli acquisti azionari, perché adesso tutto è a sconto e prima o poi la borsa salirà.         brunoscarano@alice.it

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