Virtù Teologali Fede – Speranza – Carità

By Michele Seccia
Pubblicato il 11 Gennaio 2018

Caro amico/a il dialogo sulle virtù si apre ora verso un orizzonte più alto e profondo: fede, speranza, carità o amore! Sono virtù teologali perché hanno la loro origine in Dio, a Lui appartengono e a Lui si attribuiscono e per noi uomini sono la via con cui raggiungerlo direttamente [YC 305]. Il Catechismo così sottolinea l’importanza di queste forze donate da Dio, che l’uomo, con la grazia divina, può sviluppare e rinvigorire per ottenere la vita in abbondanza come leggiamo nel vangelo secondo Giovanni (10,10).

E ti pongo subito una domanda fondamentale: hai mai pensato che queste virtù sono un dono che devi chiedere ogni giorno al Signore mentre ti impegni ad esercitarle? Capita spesso che fede-speranza-carità siano considerate come virtù proprie esercitate nella quotidianità quali normali abitudini di religiosità, di attesa di qualche evento di bontà o generosità … ma così siamo lontani dalla virtù teologale! Mi limito a qualche esempio.

Il partecipare ad una processione o anche ad una celebrazione liturgica o il pregare costituiscono certamente atti di fede, ma solo se praticati e vissuti come una occasione di grazia per accogliere Dio che si fa dono, mediante il suo Figlio Gesù nello Spirito Santo.

Essere buono, generoso, fare la carità … sono senza dubbio azioni virtuose, ma la virtù della carità ha la sua sorgente in Dio stesso, Dio è amore!

Sperare in un futuro migliore, fare progetti e programmi di vita è cosa buona, ma la virtù della speranza deve far volgere lo sguardo al fine e alla fine della nostra esistenza che è l’incontro con Dio, sorgente della stessa speranza.

Precisato questo, riprendo a parlare delle singole virtù teologali.

La fede è la forza con la quale diamo il nostro assenso a Dio, ne riconosciamo la verità e ci leghiamo personalmente a lui [YC 307]. È una bella sintesi proposta dal  Catechismo, difatti è la risposta della persona che ha riconosciuto in Gesù Cristo, e nella professione di fede della Chiesa, la strada voluta da Dio per raggiungere la Verità, che è Dio stesso.

La speranza è la forza che ci fa volgere costantemente lo sguardo verso l’essenza   del nostro essere sulla terra, ovvero lodare e servire Dio. È fiducia in ciò che Dio ha promesso già dalla creazione, attraverso i profeti e, in modo particolare, in Gesù Cristo. Per sant’Agostino sperare significa credere nell’avventura dell’amore, aver fiducia degli uomini, compiere il salto nell’incerto e affidarsi completamente a Dio. Papa Benedetto XVI ha dedicato un’enciclica alla speranza cristiana per aiutarci a riscoprire la centralità di questa virtù teologale, spiegando come essa sia  certa e  affidabile perché radicata nella risurrezione di Gesù di Nazaret.

L’amore o carità è la forza con cui noi, che per primi siamo stati amati da Dio (Deus caritas est), possiamo offrirci a Lui per unirci a lui, per accogliere l’altro senza riserve e di cuore. [YC 305] L’amore, affermava san Francesco di Sales, è una virtù meravigliosa: è al tempo stesso mezzo e scopo, movimento e fine, la via che guida a lui stesso. Che cosa bisogna fare per amare? Non c’è bisogno di nessun artificio, ma solo di amare, come si impara il liuto suonandolo e la danza danzando. Caro amico/a che ascolti queste parole nella tua coscienza, domandati  se il tuo amore verso Dio e verso il prossimo rispecchiano questo stile e non dimenticare di chiedere,  ogni giorno, nella preghiera il dono delle tre virtù per esercitarle con l’aiuto della Vergine Maria di Nazareth. E ripercorrendo la vita del nostro caro san Gabriele, potrai scoprire quando e come il nostro giovane Santo abbia esercitato queste virtù teologali per essere ancora oggi  un esempio e un modello di vita secondo il battesimo per te e per tutti i giovani.                                            misec tiscali.it

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