VACCINI E AIUTI ECONOMICI PER USCIRE DALL’INCUBO
Salutiamo il 2021 che, nonostante le tante negatività, non ha inficiato la grande volontà dei cittadini di lottare e operare per migliorare una situazione drammatica che si trascina dall’anno precedente. Una pandemia tremenda che, oltre ad aver portato sofferenze alla popolazione ha determinato una situazione economica disastrosa, sconvolgendo l’intera società. Il 2021, grazie alla scienza che in tempi ristrettissimi ha dato risposte “miracolose”, possiamo definirlo l’anno del vaccino e della vaccinazione di massa. Ciò ha permesso un serio contrasto al Covid-19, un netto calo dei contagi e delle ospedalizzazioni, una ripresa non effimera della nostra economia, e anche un certo grado di libertà nei contatti e nel sociale in termini generali.
È tutto passato quindi? Possiamo dire di essere fuori dall’incubo? Certo che no! Anzi, ci aspettano ancora prove e atteggiamenti di grande responsabilità per non vanificare quanto abbiamo faticosamente raggiunto. E per un rientro totale nella nostra normalità. Dobbiamo perciò sconfiggere ogni posizione negazionista perché ne va della salute, anche di chi teorizza complotti vari, ma soprattutto dell’intera popolazione che vuole giustamente e definitivamente uscire da questa situazione. Inoltre non possiamo disattendere un’altra questione, cioè la solidarietà a livello internazionale, soprattutto alla luce della triste realtà di forti diseguaglianze economiche e sociali e di Paesi che vivono in grande povertà.
Al Governo, invece, chiediamo di accelerare fortemente lo sforzo economico, cioè l’impiego dei 209 miliardi di euro che i paesi dell’Europa hanno messo in campo per la difesa del reddito e per la ripresa. Quindi con maggiore forza e maggiore determinazione si definiscano e si realizzino piani di investimento che permettano una ripresa ed uno sviluppo economico basati non su modelli già attuati, bensì ricercando innovazione, ricerca scientifica per economie che siano ecocompatibili ed ecosostenibili.
Ma se questo scenario è il viatico di ingresso al 2022, sulle famiglie italiane e sull’intero Paese incombe un fiume di aumenti sconsiderati, sia sui prezzi, sia sulle tariffe dei servizi. Già lo scorso maggio avevamo denunciato, da studi e rilevazioni dal nostro Osservatorio economico, l’insorgenza di fattori negativi, dall’aumento pressoché generalizzato dei prezzi delle materie prime a fenomeni speculativi sempre presenti nel contesto internazionale. Senza interventi forti e decisi, dunque, tutto ciò può mettere in discussione la necessaria ripresa che tutti noi auspichiamo. E questa volta non è minimamente sufficiente consigliare alle famiglie come risparmiare attraverso comportamenti virtuosi. Cosa che abbiamo già molte volte illustrato nei vari settori, quali ad esempio la spesa intelligente sui prodotti agroalimentari, nei consumi domestici e quelli dei carburanti. Tutto ciò è importante e andrebbe sempre attuato, ma rimarrebbero interventi solo difensivi e marginali rispetto all’attuale drammatica situazione.
Sarebbe auspicabile, quindi, che le istituzioni internazionali, a partire dall’Europa, intervenissero per contrastare al meglio le speculazioni e contemporaneamente, nello specifico del no-stro Paese, adottare almeno tre cose:
• Revisionare al ribasso le misure parafiscali (oneri generali di sistema) che nelle varie bollette appesantiscono, e di molto, le tariffe;
• Sui carburanti bilanciare Iva e accise al fine di non far guadagnare lo Stato attraverso maggiori spese nel trasporto, sia individuale che collettivo, con l’automatica imposizione fiscale dell’Iva, (solo quest’anno sui carburanti si avranno maggiori entrate all’erario per 1 miliardo e 600 milioni di euro);
• Abolire, anche se transitoriamente, la tassazione Iva sul pane e sulla pasta, consumi tipici delle famiglie meno abbienti.
Senza queste e altre misure si avrebbe la certezza di un appesantimento di spesa per le famiglie di circa 1.700 euro annui in più. Sarebbe un’ulteriore e gravosa prova che non potremmo assolutamente sostenere.