UOMO DELL’ASCOLTO E DEL DIAOLOGO

Il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana
By Gianni Di Santo
Pubblicato il 1 Luglio 2022

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, rappresenta un bel mix tra le istanze più genuine della Chiesa che sceglie l’opzione preferenziale per i poveri e la Chiesa che sa dialogare con il mondo

Non sappiamo se adesso il popolo di Dio sarà costretto a chiamarlo “cardinale presidente”, ma sta di fatto che molti romani e bolognesi lo hanno sempre chiamato don Matteo. Una familiarità che ricorda quella di don Tonino Bello, ma che rimarca l’autorevolezza – e non l’autorità – di un prete, uomo e pastore che ha sempre amato il Vangelo alla sua radice. Sulla strada degli uomini.

Una simpatia ed empatia con il popolo di Dio, la sua, che non deve essere scambiata per arrendevolezza pastorale.

Così, quando lo scorso 24 maggio, durante i lavori della 76esima Assemblea generale della Cei, papa Francesco ha nominato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, non ha destato sorpresa la scelta per un pastore dai tratti squisitamente “bergogliani”. Uomo dell’ascolto della strada e delle strade, anche le più diverse, il cardinale Zuppi è anche uomo di dialogo, di mediazione. Un bel mix tra le istanze più genuine della Chiesa che sceglie l’opzione preferenziale per i poveri e la Chiesa che sa dialogare con il mondo.

E, a dare uno sguardo alla sua biografia, ci si accorge subito di una sua mitezza che è diventata, nel tempo, forza e autenticità pastorale. Romano di nascita, tanto da frequentare al “Liceo Virgilio” lo storico Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, proprio dal quartiere “trasteverino”, dove ha sede la Comunità, inizia il suo impegno a servizio delle periferie e dei poveri della città. Dalle scuole popolari per i bambini emarginati delle baraccopoli romane, alle iniziative per anziani soli e non autosufficienti, per passare agli immigrati e i senza fissa dimora, i malati terminali e i nomadi, i disabili e i tossicodipendenti, i carcerati e le vittime dei conflitti. Un microcosmo delle fragilità dove imparerà ben presto la radicalità della scelta evangelica.

A ventidue anni, dopo la laurea in Lettere e Filosofia all’università La Sapienza, con una tesi in Storia del Cristianesimo, entra nel seminario della diocesi suburbicaria di Palestrina, seguendo i corsi di preparazione al sacerdozio alla Pontificia università Lateranense, dove consegue il baccellierato in Teologia. Ordinato presbitero per il clero di Palestrina nel 1981; subito dopo viene nominato vicario del parroco della basilica romana di Santa Maria in Trastevere, monsignor Vincenzo Paglia, succedendogli nel 2000 per dieci anni. Incardinato a Roma il 15 novembre 1988, dal 2000 al 2012 è assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant’Egidio, per conto della quale è stato mediatore in Mozambico nel processo che porta alla pace dopo oltre diciassette anni di sanguinosa guerra civile.

Nel 2012 Benedetto XVI lo nomina vescovo Ausiliare di Roma (per il settore Centro). Il 27 ottobre 2015 papa Francesco lo nomina alla sede metropolitana di Bologna e il 5 ottobre 2019 lo crea cardinale. È membro del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e dell’Ufficio dell’amministrazione del patrimonio della sede apostolica.

Il cardinale Zuppi arriva in un momento in cui le sfide da affrontare, pastorali e sociali, per la Chiesa italiana sono tante. La pandemia ha lasciato strascichi nella comunità ecclesiale, soprattutto nella percezione del sacro. I numeri dicono, per esempio, che la messa domenicale è percepita di meno dal popolo dei fedeli. E poi c’è una “sofferenza sociale” alla quale la Chiesa non può essere disincarnata. L’educazione dei giovani, ad esempio, l’importanza delle aree interne del Paese, la sofferenza di famiglie e aziende provate dall’aumento dei prezzi, la guerra, l’unificazione delle diocesi e il ruolo della presenza femminile all’interno della pastorale. Sono tutti temi che la 76esima Assemblea della Cei ha affrontato e consegnato alle Chiese italiane attraverso un documento finale. Temi e sfide che non possono più essere rimandati. I vescovi hanno approvato anche una determinazione con cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili. Oltre a implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, l’Assemblea ha deciso di attuare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congrega-zione per la Dottrina della Fede.

Nella sua prima dichiarazione alla stampa, il presidente della Cei ha parlato di una “Chiesa che è per strada e cammina nella missione di sempre: una Chiesa che parla a tutti, che vuole raggiungere il cuore di tutti e che parla, nella babele di questo mondo, l’unica lingua dell’amore. Il Cammino sinodale – ha aggiunto – continua nell’ascolto: quando qualcuno ascolta si fa ferire da quello che vive, fa sua quella sofferenza. Ciò che viviamo ci aiuta a capire le tante domande, le tante sofferenze, e quindi anche come essere una madre vicina e come incontrare i diversi compagni di strada”.

Non è mancato un pensiero alla situazione del Paese e alla crisi internazionale: “In questo momento, in Italia, in Europa e nel mondo viviamo diverse pandemie: quella del Covid con tutto ciò che ha rivelato in termini di fragilità, debolezze, consapevolezze, domande aperte e dissennatezze; e ora anche la pandemia della guerra a cui con insistenza, da tempo, papa Francesco aveva fatto riferimento parlando di terza guerra mondiale a pezzi e che aveva ricordato nella Fratelli tutti riportando alcuni temi fondamentali legati alla pace e al nucleare. Senza dimenticare altri pezzi di guerre che sono – anche quelle – mondiali”.

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, nuovo presidente  della Cei

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