UN’INFORMAZIONE IN VIA DI ESTINZIONE…
Un grande giornalista, qual era Enzo Forcella, viene ricordato oggi soprattutto per un suo libro, del 1959, Millecinquecento lettori. Confessioni di un giornalista politico, dove in sostanza sosteneva che “un giornalista politico può contare su millecinquecento lettori: i ministri e i sottosegretari, dirigenti di partito, i parlamentari, sindacalisti, alti prelati e qualche industriale. Il resto non conta”. Ovviamente Forcella si riferiva ai lettori di un grande quotidiano che imponeva (o cercava di imporre) ai suoi giornalisti rigidi schemi di indirizzo politico.
Non so se questo nostro scritto sarà letto da un numero di lettori pari o inferiore a quello indicato dal grande giornalista, ma certamente, non corriamo alcun rischio di ingabbiamento. E l’informazione abruzzese (o quel che ne è rimasto) corre qualche rischio? Sarebbe esercizio superfluo ricordare che nella nostra regione i mezzi d’informazione, soprattutto quelli tradizionali (carta stampata), sono in via di estinzione. Supplementi regionali chiusi con relativo smantellamento di intere redazioni e giornalisti sul lastrico; altre redazioni sottoposte a cure dimagranti della durata di decenni con i pochi giornalisti superstiti (fino a quando?) sottoposti a carichi di lavoro insostenibili; agenzie di stampa (con azionariato detenuto da aziende pubbliche) che pur usufruendo di provvidenze regionali, licenziano i collaboratori senza alcun timore di vedersi cancellare i contributi finanziari e minacciano addirittura la chiusura della redazione regionale. Un quadro fosco con qualche sprazzo d’illuminazione.
La recente decisione della società Finegil (Espresso-Repubblica) di vendere il quotidiano Il Centro, adesso, rischia di offuscare anche questo fondamentale punto di riferimento dell’informazione regionale che, non a torto, le organizzazioni di categoria dei giornalisti hanno definito “patrimonio degli abruzzesi”. Speriamo che la società che ha acquistato – formata da imprenditori abruzzesi – possa, invece, rilanciare il giornale rafforzandone il radicamento territoriale. Speriamo che si possa tornare ad avere redazioni operative che nel corso degli anni sono state chiuse. Speriamo che non vi sia alcun ridimensionamento di organico né tra i giornalisti assunti, né tra i giornalisti collaboratori. Soprattutto speriamo che sia garantita quell’autonomia di giudizio e di critica che ha permesso il successo del giornale.
In molte occasioni è vero il detto che fasciarsi la testa prima ancora di ricevere il colpo non servirebbe a nulla. In questo caso, tuttavia, è utile rimarcare un concetto fondamentale non sfuggito ai più. La società che ha acquistato Il Centro si è assunta una responsabilità pesante, storica per l’Abruzzo: la gestione di un presidio d’informazione senza del quale non sarebbe la stessa cosa in termini di democrazia e quindi di sviluppo civile e culturale. Un giornale come quello descritto da Forcella non servirebbe a nessuno, soprattutto non servirebbe a chi lo ha acquistato.