SEMPRE PIÙ UN’EMERGENZA SOCIALE

report di Telefono Azzurro su bullismo e cyberbullismo
By Marta Rossi
Pubblicato il 1 Novembre 2016

Casi  costante aumento e dai risvolti potenzialmente drammatici, non solo per la vittima, ma anche per il bullo e per tutta la comunità. Il 30% delle vittime mette in atto comportamenti di autolesionismo, mentre il 10% avrebbe pensato o tentato il suicidio…

Un caso di bullismo – o cyberbullismo – al giorno, per un intero anno scolastico. Duecentosettanta chiamate ricevute, duecentosettanta richieste di aiuto: mentre la politica ha iniziato a ragionare sull’emergenza sociale della violenza tra ragazzini e adolescenti, il Telefono Azzurro ha pubblicato l’annuale dossier per il 2015/2016. La minaccia di questa piaga che ormai coinvolge anche bambini di 5 anni, prende piede soprattutto tra le ragazze e le ripercussioni si registrano non solo su chi subisce l’atto di violenza, ma anche su chi assiste, spesso quotidianamente a soprusi tra compagni di scuola.

Queste sono alcuni dei dati contenuti nel report che ha raccolto i dati dei casi gestiti nel corso dell’anno scolastico 2015-2016 dal proprio Centro nazionale di ascolto, e che evidenziano anche come l’atto di violenza in sé purtroppo rappresenti solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che costringe le vittime al silenzio e gli adulti a non rendersi conto di quanto succede. La linea a disposizione dei ragazzi – 1.96.96, gratuita, attiva 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, è  composta da un team di psicologi, neuropsichiatri ed educatori specializzati  e grazie al protocollo siglato con il Miur – che prevede anche attività di sensibilizzazione, prevenzione e formazione nelle scuole, con azioni mirate messe in atto da personale specializzato  – è stata indicata Linea nazionale di contrasto al fenomeno del bullismo. Alla linea telefonica si aggiunge anche la chat (www.azzurro.it/chat), canali aperti con bambini, genitori e insegnanti che vogliono segnalare situazioni di violenza a scuola.

“Il dibattito che si è aperto in parlamento sul tema è un segnale molto positivo per la lotta al fenomeno del cyberbullismo. È fondamentale che si arrivi in tempi brevi a una legge precisa ed efficace, su una base condivisa, che renda possibili interventi immediati. Accanto a questo, occorre valorizzare le azioni preventive e il ruolo degli adulti: far sì, quindi, che i bambini possano crescere accompagnati da genitori e insegnanti preparati e formati sul tema della sicurezza in rete”, ha dichiarato il professor Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di Sos il Telefono azzurro onlus. “È estremamente importante che le vittime si sentano sostenute, credute e vengano aiutate con molta attenzione, competenza e sensibilità: solo questo può permettere loro di interrompere il considerarsi bersagli senza difese, attivando così un circolo virtuoso di reciproco supporto dove, al contempo, si possano costruire soluzioni congiunte a un problema che non è del singolo ma è dell’intera comunità.  Nel difficile intervento in cui si trovano a operare, i nostri operatori lavorano sull’autostima dei ragazzi, affrontandone le emozioni, come tristezza, paura e vergogna”.

Dal settembre 2015 al giugno 2016, quindi,  Telefono Az-zurro ha gestito circa 1 caso al giorno di bullismo e cyberbullismo, per un totale di 270 casi gestiti che hanno richiesto un totale di 619 consulenze. Il fenomeno viene alla luce maggiormente al nord, do-ve sono stati gestiti circa il 45% dei casi e da dove vengono se-gnalati il 57% dei casi nazionali di cyberbullismo (termine per indicare le violenze e le intimidazioni online, tramite chat e so-cial network). In prevalenza le vittime sono di nazionalità italiana (con un dato che si attesta attorno all’85% dei casi): bambini e adolescenti di origine straniera contattano Telefono Azzurro principalmente per altre motivazioni parlando di episodi di bullismo o cyberbullismo solo legati ad altre difficoltà. Le femmine vittime di bullismo sono il 45%, dato che sale al 70% per episodi di cyberbullismo.

I bulli invece sono generalmente maschi (60% dei casi) e amici o conoscenti della vittima. Le ragazze sono responsabili del 25% dei casi in cui la bulla agisce sola, cui si aggiunge un 15% in cui opera in gruppo. L’età delle vittime si sta abbassando: un trend in crescita è quello che vede come vittime bambini sempre più piccoli, anche di 5 anni (22% dei casi). Le richieste di aiuto per episodi di cyberbullismo hanno inizio durante le scuole secondarie di primo grado e proseguono in adolescenza (1 richiesta su 2 coinvolge preadolescenti). Tra le richieste di aiuto non ci sono soltanto problematiche associate al bullismo ma vengono segnalati anche problemi scolastici, difficoltà relazionali e problematiche legate all’area della salute mentale (bassa autostima, ansia diffusa, paura o fobie, gli atti autolesivi, le ideazioni suicidarie e i tentativi di suicidio).

Abbandono e dispersione scolastica, atti autolesivi, ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio: sono queste le conseguenze del bullismo registrate da Telefono Azzurro. Il 30% delle vittime mette in atto comportamenti di autolesionismo, mentre il 10% avrebbe pensato o tentato il suicidio. Le difficoltà emotive e comportamentali sperimentate dalle vittime e dai bulli possono continuare anche in età adulta producendo risultati negativi a lungo termine, come per le vittime una bassa autostima e con scarso valore di sé, una maggiore tendenza alla depressione; per i bulli a comportamenti antisociali o vandalici, all’uso e abuso di sostanze (come alcol o droghe), fino all’aggregazione in gang o allo sviluppo di comportamenti criminali. Non cambiano le conseguenze per chi assiste agli atti di violenza:  sviluppo di sentimenti di colpa o di impotenza per non essere intervenuti nell’interrompere il bullo o nell’aiutare la vittima e, a lungo termine, scarsa empatia o incapacità di fidarsi degli altri.

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