panorama interno santuario

Un santuario sempre più accogliente

Ottimizzare gli spazi, per accogliere in sicurezza
By Lorenzo Mazzoccante
Pubblicato il 30 Luglio 2020

L’urna di San Gabriele dell’Addolorata è tornata nella cripta del nuovo santuario e da domenica sarà quasi quadruplicato il numero dei fedeli ammessi alle celebrazioni eucaristiche. Con l’arrivo della bella stagione e il costante aumento dei pellegrini che tornano a visitare il santo abruzzese, la comunità passionista, ha trovato una soluzione che concilia le esigenze di culto e quelle di sicurezza anticovid.

Le celebrazioni e i limiti post lockdown

Quando nello scorso maggio le celebrazioni sono state riaperte ai fedeli, oltre ai limiti dettati dal distanziamento e da tutte le norme anticovid emanate dal Governo, il Ministero degli Interni, in una nota datata 13 maggio, aveva fissato il numero delle presenze simultanee in 200 per i luoghi chiusi e in 1000 per gli ambienti aperti, indipendentemente dalle superfici.

Per far fronte agli inevitabili disagi, la comunità ha prima allestito un maxischermo sotto il porticato, poi diffuso la celebrazione della messa mediante l’amplificazione del piazzale. Ora, però, con l’arrivo della bella stagione e i numeri di pellegrini in costante ripresa, è tempo di trovare una soluzione ulteriore.

I nuovi limiti saranno indicati dalla Regione

Dopo che i limiti imposti nella nota del Viminale sono stati derogati per i concerti del 6 luglio scorso al Teatro milanese Alla Scala (4 concerti con pubblico di 600 persone per volta) e del 22 luglio al Circo Massimo di Roma (rappresentazione del Rigoletto con 1400 persone di pubblico), anche la Conferenza dei Vescovi Italiani (CEI) ha chiesto al Governo che alle chiese sia concesso di accogliere tutte le persone che ammissibili con le regole di distanziamento senza il limite delle 200 presenze in luoghi chiusi. La risposta, affidata al comitato tecnico-scientifico (cts), è risultata possibilista delegando la decisione alle singole Regioni.

Gli spazi saranno ottimizzati per accogliere in sicurezza

Intanto, data la particolare forma della chiesa (una croce greca, ovvero con quattro bracci di uguale lunghezza che si intersecano ad angolo retto), vista la posizione centrale dell’altare rispetto alle singole aule e constatato che ogni area ha porte sufficienti a garantire la differenziazione di entrate e uscite, il superiore locale padre Dario Di Giosia, sostenuto dal vescovo monsignor Lorenzo Leuzzi, ha sottoposto al Prefetto di Teramo, dott. Angelo De Prisco, l’idea di isolare le quattro aree in modo da farne aule distinte. In questo modo si avranno quattro aree che, compatibilmente coi requisiti di distanziamento potrebbe accogliere fino a 200 persone.

Verso una “nuova normalità”

Certo, siamo ancora lontani dalla normalità per una chiesa che conta circa 3000 posti a sedere, ma si è pressoché quadruplicata la capienza ammessa fino a solo qualche giorno fa. Il tutto, garantendo il rispetto delle normative anticovid e le regole imposte dal Viminale.

Un altro piccolo passo, quindi, che tra disinfettanti, distanze e mascherine, ci porta verso quella che da più parti viene definita una “nuova normalità”.

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