UN PAESE CIVILE

Asterischi
By Pierino DiEugenio
Pubblicato il 2 Novembre 2014

Scrive un lettore che prima di parlare male dell’Italia dovremmo pensare cos’era questo paese negli anni settanta: anni di piombo, sequestri di persona, stato monopolista e via discorrendo. È vero, in quarant’anni abbiamo fatto molta strada, ma ne resta ancora parecchia da percorrere. Dal 1944 al 1974 siamo diventati un paese benestante, dal 1974 a oggi siamo diventati un paese moderno. Ora dovremmo diventare un paese civile.

Sì, quanto a senso civico abbiamo ancora da imparare e dobbiamo darci una mossa anche alla faccia della crisi che ci perseguita, magari stringendoci ai valori antichi. Come ha fatto il calciatore della Roma Alessandro Florenzi che fa gol e scala la tribuna per abbracciare nonna Aurora: i sentimenti, la famiglia, core de nonna.

Mai arrendersi. La popstar americana Anastacia, grandiosa voce di hit definita la cantante bianca con la voce nera, ha avuto due volte il cancro al seno e due volte è guarita. “Non sono diversa da chi ero. Già da piccola ero sempre contenta, non sono cambiata, ho la stessa energia. Il mio modo migliore di dare un senso alla vita è cercare di trasformare il negativo in positivo, an-che se non è sempre facile”. E a chi le chiede un autografo lei regala anche un abbraccio. Ha venduto 85 milioni di dischi in tutto il mondo e dopo la seconda malattia è tornata a scrivere mu-sica. Il titolo del nuovo album? Ovviamente Resurrection.

Semplice e contenta, nonostante il successo planetario, è anche la protagonista femminile del film cult Colpa delle stelle Shailene Woodley: “Mi piace vestire casual, jeans e maglietta. Non ricordo neppure l’ultima volta che ho comperato un vestito nuovo. Se non fossi un’attrice farei la contadina, sogno di avere una fattoria bio alle Hawaii”. Viva la campagna.

Alquanto differente il sogno di Clemen-tina Collovati, 20enne bocconiana dal cognome vincente: “Con papà Fulvio (campione del mondo con la Nazionale di calcio nel 1982, ndr) ho un ottimo rapporto, lo stimo perché pur avendo raggiunto il top è rimasto umile”. Pugnace come il padre, il suo gol sarebbe guidare un colosso dell’informatica: “Il mio modello? Marissa Mayer, ad di Yahoo! Di lei mi affascinano carisma, potere e conto in banca”. Hai detto niente, non sono traguardi un po’ troppo ambiziosi? “Il mio motto è enjoy life, goditi la vita; l’ho scritto sull’armadio, come sfondo del cellulare e ovunque in stanza”. Se bastasse scriverlo. Un affondo lo riserva anche alla politica: “Non sopporto Beppe Grillo, sa solo urlare in piazza”. Afferma di stimare il padre, però la pupa non pare molto intenzionata a seguirne le orme, soprattutto in fatto di modestia.

“Sono umile e me ne van- to”, dichiarava un giorno un buontempone.

Vabbe’ comunque pensiamo a diventare in fretta un paese civile.

 

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