SIMBOLI PASQUALI

tra sacro e profano
By Gloria Danesi
Pubblicato il 3 Marzo 2013

La carne di agnello e il pane rappresentano due eccellenze alimentari della nostra regione. Ecco alcune gustose ricette e specialità

Pasqua di risurrezione: l’agnello di Dio si immola per redimere l’umanità, il nuovo Adamo diviene a ogni celebrazione eucaristica pane d’immortalità. In Abruzzo i simboli della Pasqua sono anche prodotti simbolo della regione. L’agnello e il pane, infatti, sono eccellenze alimentari che non temono confronti perché l’antica civiltà agro-pastorale, che pure ha subito negli ultimi decenni attacchi fortissimi, è riuscita a contenere i danni. Ad esempio, allo scopo di tutelare e valorizzare l’agnello nostrano, dal 2009 l’associazione regionale Allevatori d’Abruzzo ha depositato un marchio collettivo Buon gusto l’agnello d’Abruzzo, unitamente al relativo disciplinare di produzione. Stessa operazione nel 2012, stavolta a tutela degli “arrosticini” di ovino: è stato istituito il marchio Arrostici-no d’Abruzzo, una certificazione volta alla tutela di un importante prodotto che rischia di perdere le originali caratteristiche organolettiche e culturali a vantaggio di una promiscuità dell’immagine dell’arrosticino e di un “cannibalismo” commerciale. Ecco alcune sintetiche ricette tradizionali con carne d’agnello.

Coratella d’agnello: è una preparazione tipica del periodo pasquale, da leccarsi i baffi, realizzata con le interiora (fegato, cuore, animelle, polmoni) dei lattonzoli poste nel tegame di coccio con aglio, alloro, spolverate di farina, sfumando il tutto con trebbiano d’Abruzzo e aceto.

Agnello brucialingua: la carne marinata e asciugata si passa nella farina e si frigge assieme con aglio e rosmarino. A cottura ultimata si aggiunge un bicchiere di vino bianco che deve evaporare a fuoco vivo. Piatto da gustare molto caldo, come suggerisce il nome.

Agnello cace e ove: rosolare l’aglio schiacciato nell’olio, aggiungere la carne a piccoli pezzi e sfumare con vino bianco. Poi, prima della fine della cottura, amalgamare le uova sbattute con il pecorino stagionato e mescolare a fuoco basso.

Agnello e peperoni: la carne infarinata viene fatta rosolare in olio con aglio. Cottura a fuoco vivace con vino bianco da far evaporare e l’aggiunta di alloro, rosmarino, peperoncino tritato, pomodori pelati fatti a pezzi e listelle di peperoni dolci.

Agnello al cutturo: la carne viene messa nella tipica pentola di rame munita di coperchio ermetico e cucinata con grasso di maiale tagliato a dadini, peperoncini, salvia e alloro e un bicchiere di acqua.

L’Abruzzo buono come il pane! Ecco le specialità tradizionali.

Pane di Guardiagrele: è realizzato con una ricetta risalente al Medioevo che prevede l’uso di farine integrali di mais, avena, orzo, miglio e segale, con l’aggiunta di semi di sesamo, olio e formaggio. Pane solina: alto, profumato e dal sapore amarognolo. La solina è un’antica e resistente varietà di grano caratterizzata da bassa resa e gusto elevato.Pane casareccio aquilano: realizzato esclusivamente con lievito naturale e nessun additivo, di colore bruno, profumato, croccante, dalla fragranza tipica del cereale tostato.Pane cappelli: tipico della provincia di Chieti, prodotto con farine di grani duri delle colline abruzzesi e una lavorazione molto particolare, si conserva a lungo.Pane con le patate: tipico delle zone interne, morbido, dall’intenso sapore, è fragrante nel tempo.

Il periodo pasquale ci offre l’opportunità di effettuare alcune considerazioni sul tempo di festa e su quello ordinario o libero dal lavoro. Al fine di coniugare le istanze tradizionali e identitarie alle esigenze di rinnovamento dettate dalla modernità, il giorno di festa è sì un giorno speciale – e non soltanto perché “libero” dal lavoro – ma perché è intriso di sacralità che oggi, purtroppo, si va perdendo. Infatti si tende a livellare ogni giorno e ogni anno all’insegna di una visione economicistica, non si è più cittadini ma soltanto dei produttori e/o consumatori. Una terra che non rinnega il passato, non solo per nostalgia ma perché lo ritiene indispensabile per avere un futuro, deve rifiutare l’omogeneità delle lancette dell’orologio e contrapporre ritmi qualificativi e diversificati che tengano conto degli squilli delle campane e del calendario. Questo significa che del tempo va sottolineata la sua diversità qualitativa. La festa è un giorno con momenti dedicati al sacro, vedi le partecipazioni a cerimonie e funzioni religiose attorno a un altare, e momenti comunitari attorno a una tavola imbandita con pane fragrante, agnelli al forno e di marzapane, uova e tanto altro.

In altre parole, per godere appieno di una festa tradizionale vanno colti i numerosi, a volte complessi ma sempre gioiosi, aspetti simbolici e sociali.

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