Blasonata come poche altre in Italia, la Juventus non ha mai avuto soverchia fortuna nelle competizioni europee. Quasi una maligna stella ne limitasse l’incedere, la squadra cara agli Agnelli ha segnato il passo anche nei momenti in cui maggiore appariva la sua forza. Basti su tutti il ricordo della finale di Champions persa ad Atene contro l’Amburgo di Magath. Senza dimenticare che anche taluni momenti di gloria sono stati connotati da episodi che ne hanno offuscato la lucentezza: come non ricordare la tragedia dell’Heysel? Si potrebbe arrivare alla conclusione che la Juventus è dunque forte con i deboli (in Italia: più scudetti di chiunque) e debole con i forti (molto presente in Europa, ma non altrettanto vincente), con il sottinteso darsi di gomito a proposito della ricorrente e mai sopita polemica sulla sudditanza arbitrale. Le due gare con il Bayern ai primi di aprile hanno confermato il trend juventino, giustificato quest’anno da un ritorno sulle scene continentali dopo anni di assenza e reso commendevole dal fatto che la squadra torinese si è arresa agli ottavi, ultima delle italiane, insieme alla Lazio, a uscire dalle competizioni europee. Il campionato si avvia alla conclusione: la squadra di Conte punta al bis per tentare l’anno venturo un’altra rincorsa alla più famosa delle coppe.
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