Prima tappa al santuario per ringraziare

By Vincenzo Fabri
Pubblicato il 1 Febbraio 2022

Alberto Di Arcangelo è nato in Venezuela da genitori italiani, ma ora vive a Panama con i suoi genitori, originari di Bellante (Teramo). Ha 18 anni e studia al liceo scientifico. Il 30 dicembre scorso, appena tornato in Italia, è venuto al santuario per ringraziare il santo e raccontare la sua esperienza. “Il 22 ottobre 2019 andavo in moto al mare verso Chame, un piccolo paese del Venezuela che si affaccia sull’oceano Pacifico, c’erano con me alcuni amici e anche mio padre.

A un certo punto, imboccando una curva, finii su una buca e persi il controllo della mia vespa, andando a scontrarmi con un’autovettura che procedeva in senso opposto, il cui autista non riportò nessuna conseguenza. Invece io, nella caduta, riportai gravissime lesioni al femore e ai legamenti, con fratture multiple in tutto il corpo. Fui ricoverato in ospedale in condizioni molto gravi e quasi disperate. Per fortuna i medici si diedero molto da fare, avevo perso anche quasi tutto il sangue e venni sottoposto a una trasfusione completa, per la quale furono trovati in fretta alcuni donatori di sangue. Riuscii a salvarmi, anche se nel giro di un anno dovetti essere sottoposto a ben sei interventi chirurgici, ma da un anno cammino normalmente e ho ripreso la mia vita normale.

Finalmente, appena riaperta la possibilità di tornare in Italia, insieme ai miei genitori e ad altri familiari sono voluto venire come prima tappa al santuario per ringraziare il santo per lo scampato pericolo. D’altronde i miei genitori, ogni volta che ritornano in Italia, come prima uscita vengono a visitare il santuario. I miei genitori e la mia nonna, che mi hanno inculcato la devozione al santo fin da piccolo, nei giorni dell’incidente avevano pregato con forza il santo perché mi salvasse. E così è stato. Ringrazio di vero cuore il santo protettore dei giovani”.

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