PER NON CADERE NELLA RETE…

Save the Children Italia, in collaborazione con Generazioni Connesse, in questo periodo di “quarantena prolungata” dove i minori trascorrono molto tempo su Internet e i social network, ha preparato un decalogo per aiutare genitori e insegnanti a tutelarli La Polizia Postale ha segnalato un aumento delle denunce

In questo momento in cui siamo chiamati a vivere molto più tempo del solito in casa, i nostri ragazzi che accedono a internet per i compiti, le lezioni digitali, per rimanere in contatto con i loro amici corrono il rischio di cadere nella rete dell’adescamento online. In questi mesi di emergenza sanitaria, infatti, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha segnalato un aumento delle denunce per adescamento online a danno di minori.

Parliamo di adescamento online di minore quando avviene una manipolazione psicologica che alcuni adulti possono effettuare per indurre bambini e adolescenti a superare la proprie resistenze emotive e instaurare con loro una relazione intima, anche sessualizzata, attraverso l’uso di chat della rete o social network. Sono proprio i social network a essere spesso veicolo di questi rischi: con un profilo si accede a un bacino molto ampio di conoscenze, reali (quelli che cioè conoscono per davvero, come i compagni di classe) e virtuali (chi invece “fisicamente” non abbiamo incontrato mai). Contare tanti amici online o molti follower è sinonimo di popolarità e per questo gli adolescenti aggiungono spesso alla propria cerchia in Rete numerosi “amici di amici”, senza essere pienamente consapevoli del fatto che in questo modo stanno dando accesso a una grande quantità di informazioni private: luoghi che frequentano, foto e molto altro. Questo li espone potenzialmente a rischi importanti, perché queste informazioni possono essere utilizzate dagli sconosciuti in modo inaspettato e con ripercussioni negative nella vita reale.

Save the Children Italia in collaborazione con Generazioni Connesse ha preparato un decalogo per aiutare genitori e insegnanti a tutelare i ragazzi. Conoscere bene il fenomeno dell’adescamento in rete è un primo passo per raggiungere con successo questo obiettivo: si possono individuare quattro fasi.

Fase dell’amicizia, ovvero quando l’adescatore prova a fare amicizia condividendo interessi comuni (cantanti preferiti, serie tv, eccetera). Poi c’è la fase del risk-assessement: l’adescatore prova a capire alcune informazioni importanti, per esempio dove è posizionato il computer, se i genitori lo controllano, se le password sono comuni. Fase dell’esclusività: quando l’adulto è sicuro di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase dell’esclusività, che rende impenetrabile la relazione ad esterni contando soprattutto sulla dimensione del segreto. E infine, la fase della relazione sessualizzata: è proprio in questo momento che i ragazzi corrono il rischio di scambiare immagini, anche a sfondo sessuale esplicito, o di incorrere nella richiesta di un incontro offline. Se anche si dovesse fermare a uno scambio di immagini, di qualunque natura, queste potrebbero essere utilizzate in forma ricattatoria.

Ci sono però dei campanelli d’allarme da tenere sotto controllo per evitare che i nostri ragazzi cadano in una rete pericolosa. La richiesta di un uso eccessivo di computer, tablet e cellulare potrebbe far pensare che ci sia qualcosa che non va, soprattutto se questa è accompagnata da atteggiamenti aggressivi, nervosi. Autoisolamento, ovvero la perdita della comunicazione con gli amici e i famigliari. La vita “reale” perde importanza.

E se un genitore, un insegnante o un educatore si accorge che qualcosa non va? Prima possibile, rivolgersi alla Polizia Postale o a qualunque altro presidio di polizia (carabinieri, questura, commissariati). Provare a salvare le chat, le conversazioni, gli scambi avuti in rete facendo anche delle foto (screenshot). Per ultimo, se ci si rende conto di una alterazione psicofisica, è bene rivolgersi a un servizio di supporto psicologico anche passando per una consultazione presso i servizi territoriali di riferimento (Consultori Familiari, Servizi di Neuropsichiatria infantile).