PER NON CADERE NELLA RETE…

IZIATIVA CONTRO L’ADESCAMENTO ONLINE
By Marta Rossi
Pubblicato il 30 Aprile 2020

Save the Children Italia, in collaborazione con Generazioni Connesse, in questo periodo di “quarantena prolungata” dove i minori trascorrono molto tempo su Internet e i social network, ha preparato un decalogo per aiutare genitori e insegnanti a tutelarli La Polizia Postale ha segnalato un aumento delle denunce

In questo momento in cui siamo chiamati a vivere molto più tempo del solito in casa, i nostri ragazzi che accedono a internet per i compiti, le lezioni digitali, per rimanere in contatto con i loro amici corrono il rischio di cadere nella rete dell’adescamento online. In questi mesi di emergenza sanitaria, infatti, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha segnalato un aumento delle denunce per adescamento online a danno di minori.

Parliamo di adescamento online di minore quando avviene una manipolazione psicologica che alcuni adulti possono effettuare per indurre bambini e adolescenti a superare la proprie resistenze emotive e instaurare con loro una relazione intima, anche sessualizzata, attraverso l’uso di chat della rete o social network. Sono proprio i social network a essere spesso veicolo di questi rischi: con un profilo si accede a un bacino molto ampio di conoscenze, reali (quelli che cioè conoscono per davvero, come i compagni di classe) e virtuali (chi invece “fisicamente” non abbiamo incontrato mai). Contare tanti amici online o molti follower è sinonimo di popolarità e per questo gli adolescenti aggiungono spesso alla propria cerchia in Rete numerosi “amici di amici”, senza essere pienamente consapevoli del fatto che in questo modo stanno dando accesso a una grande quantità di informazioni private: luoghi che frequentano, foto e molto altro. Questo li espone potenzialmente a rischi importanti, perché queste informazioni possono essere utilizzate dagli sconosciuti in modo inaspettato e con ripercussioni negative nella vita reale.

Save the Children Italia in collaborazione con Generazioni Connesse ha preparato un decalogo per aiutare genitori e insegnanti a tutelare i ragazzi. Conoscere bene il fenomeno dell’adescamento in rete è un primo passo per raggiungere con successo questo obiettivo: si possono individuare quattro fasi.

Fase dell’amicizia, ovvero quando l’adescatore prova a fare amicizia condividendo interessi comuni (cantanti preferiti, serie tv, eccetera). Poi c’è la fase del risk-assessement: l’adescatore prova a capire alcune informazioni importanti, per esempio dove è posizionato il computer, se i genitori lo controllano, se le password sono comuni. Fase dell’esclusività: quando l’adulto è sicuro di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase dell’esclusività, che rende impenetrabile la relazione ad esterni contando soprattutto sulla dimensione del segreto. E infine, la fase della relazione sessualizzata: è proprio in questo momento che i ragazzi corrono il rischio di scambiare immagini, anche a sfondo sessuale esplicito, o di incorrere nella richiesta di un incontro offline. Se anche si dovesse fermare a uno scambio di immagini, di qualunque natura, queste potrebbero essere utilizzate in forma ricattatoria.

Ci sono però dei campanelli d’allarme da tenere sotto controllo per evitare che i nostri ragazzi cadano in una rete pericolosa. La richiesta di un uso eccessivo di computer, tablet e cellulare potrebbe far pensare che ci sia qualcosa che non va, soprattutto se questa è accompagnata da atteggiamenti aggressivi, nervosi. Autoisolamento, ovvero la perdita della comunicazione con gli amici e i famigliari. La vita “reale” perde importanza.

E se un genitore, un insegnante o un educatore si accorge che qualcosa non va? Prima possibile, rivolgersi alla Polizia Postale o a qualunque altro presidio di polizia (carabinieri, questura, commissariati). Provare a salvare le chat, le conversazioni, gli scambi avuti in rete facendo anche delle foto (screenshot). Per ultimo, se ci si rende conto di una alterazione psicofisica, è bene rivolgersi a un servizio di supporto psicologico anche passando per una consultazione presso i servizi territoriali di riferimento (Consultori Familiari, Servizi di Neuropsichiatria infantile).

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