Vediamo quali so no i principi importanti per mettere al centro l’uomo inteso come persona e risorsa per l’azienda e per la propria comunità
Si può diventare migliori nei momenti di crisi? È difficile ma ci si deve provare, prendendo spunto dal famoso discorso pronunciato dal presidente americano John Fitzgerald Kennedy il 20 gennaio 1961: “Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro paese”. Ognuno deve dare qualcosa di più, evitando di restare in attesa che qualcun altro lo faccia al posto tuo. In particolare, il mondo produttivo e imprenditoriale attende interventi da parte dei governi nazionali per superare la crisi che da economica diventa sempre più sociale. Ma è anche possibile che le stesse imprese reinventino il modo di fare impresa, sicuramente con l’innovazione, con la competitività ma soprattutto con possibili nuovi metodi di gestione.
In tale direzione ha smosso un po’ le acque un importante imprenditore umbro di area cattolica, Brunello Cucinelli, che ha prima lanciato e poi realizzato nella propria impresa un modello di gestione chiamato impresa umanistica. Balzato agli onori della cronaca per due fatti eclatanti che hanno colpito l’immaginario di molti. Il primo riguarda la sua decisione di dividere 5 milioni di euro di utili coi suoi dipendenti. Una cifra che, spalmata sui 570 dipendenti dell’imprenditore, leader nel settore del cashmere, significa qualcosa meno di 10 mila euro a testa, un bonus che, in tempo di crisi, tanti altri lavoratori nemmeno riescono a immaginare. Il secondo è che, nella sua impresa, i dipendenti non timbrano il cartellino quale segnale di una fiducia totale e reciproca.
Vediamo, ora, quali sono i fondamenti per creare una impresa umanistica. Innanzitutto, l’impresa deve rispondere a una sua etica, tanto al suo interno, nei rapporti interpersonali, quanto all’esterno, con i valori umani al primo posto. Si è pertanto responsabili del proprio lavoro senza bisogno di fiscalismi e senza penalizzare la propria individualità. Si valorizza la libertà e si crea un gruppo unito dove ognuno ha un ruolo da svolgere per il bene di tutti.
Una forma di capitalismo moderno con forti radici antiche, dove il profitto si consegue cercando di non recare danno all’umanità e, parte dello stesso, viene utilizzato per ogni iniziativa in grado di migliorare concretamente la condizione della vita umana. L’impresa si impegna a promuovere il rispetto dell’integrità fisica e culturale della persona e il rispetto della dimensione di relazione con gli altri, garantendo condizioni di lavoro rispettose della dignità individuale e ambienti di lavoro sicuri, tutelando e prom ovendo il valore delle risorse umane, allo scopo di migliorare e accrescere il patrimonio delle competenze possedute da ciascun collaboratore. È interesse imperativo favorire lo sviluppo del potenziale di ciascun dipendente o collaboratore. Anche per quanto concerne i fornitori, i consulenti, i faconisti, gli agenti e i procacciatori d’affari, essi sono selezionati secondo procedure rispettose delle leggi di volta in volta applicabili e costantemente improntate a criteri di trasparenza, concorrenzialità ed efficienza. Prima di stabilire relazioni o stipulare contratti con clienti non occasionali e altri partner in relazioni d’affari di lungo periodo, occorre assicurarsi circa l’integrità morale, la reputazione e il buon nome del cliente stesso.
Tutti principi importanti, con al centro l’uomo inteso come persona e risorsa per l’impresa e per la propria comunità. e non occorre dire quanto sarebbe importante ave-re tale approccio aziendale per far crescere l’economia nei nostri territori abruzzesi.
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