LE POLIZZE UNIT LINKED OPPORTUNITÀ O SVANTAGGI?

Economia e finanza
By Bruno Scarano
Pubblicato il 30 Novembre 2014

Parliamo questa volta di una tipologia di polizza che presenta diversi rischi finanziari e risulta essere molto onerosa per il risparmiatore. Per meglio orizzontarci, dunque, andiamo a conoscere da vicino le  caratteristiche di questo prodotto. Una polizza Unit Linked è un contratto stipulato con una compagnia di assicurazione mediante il quale il cliente versa un certo importo che è investito in strumenti di “risparmio gestito”, quote di fondi comuni o azioni di Sicav (Società d’investimento a capitale variabile). Secondo la natura degli investimenti, le Unit possono essere azionarie, bilanciate od obbligazionarie. Quindi il rendimento non è garantito, ma dipende dall’esito degli investimenti effettuati, che è simile a una gestione in fondi o a un fondo di fondi. Ha solo la veste giuridica di polizza, ma è un vero strumento finanziario privo di qualsiasi valore assicurativo o previdenziale.

Infatti, pur trattandosi formalmente di un prodotto assicurativo, la stragrande maggioranza delle Unit non garantisce nulla, neppure il capitale, tant’è che il sottoscrittore può trovarsi, dopo anni di versamenti, con un capitale inferiore al totale dei premi versati, né più né meno di quanto potrebbe accadere con un fondo comune. L’unica copertura è nel caso di decesso del sottoscrittore. In questo caso, il capitale minimo liquidato agli eredi è pari al totale dei premi pagati, dedotte le commissioni e i caricamenti.

Pur trattandosi di una polizza, le Unit non hanno alcuna agevolazione fiscale, poiché si tratta di un prodotto considerato finanziario dalla legge tributaria, che concede la deducibilità dei premi solo se versati nelle polizze previdenziali, Fip (Formule integrative previdenziali), e la detraibilità dei premi versati nelle polizze assistenziali-assicurative vere e proprie, caso morte, long term care.

Pur trattandosi di una polizza, le Unit non danno diritto al consolidamento del risultato, uno dei pochi aspetti positivi delle polizze tradizionali, esponendo il sottoscrittore al rischio di restare con un pugno di mosche nel caso in cui l’investimento abbia un ottimo risultato iniziale, ma subisca in seguito un trend negativo del mercato.

Per contro, proprio perché si tratta di una polizza, l’Unit è molto onerosa perché contempla numerosi costi, palesi e occulti: un caricamento iniziale a favore della compagnia e dell’agente (si aggira intorno al 4-5%), un costo di emissione della polizza almeno di 25 euro, un costo di riscatto, nel caso di riscatto di liquidazione anticipata pari al 3-5% del valore, oltre i costi di gestione dei fondi in cui il capitale è investito dall’1% al 3% annuo. Insomma, il vero business delle Unit lo fanno le compagnie e gli agenti. Le prime lucrano commissioni elevate vincolando i clienti su periodi molto lunghi, la cosiddetta fidelizzazione forzosa, e incrementando, spesso,  fondi gestiti da una Sgr (Società di gestione del risparmio) del gruppo con evidenti conflitti d’interesse.

I secondi riescono a collocare fondi comuni, o meglio una gestione di fondi simile alla Gpf (Gestione patrimoniale in fondi) anche se spesso, non sono in possesso dell’abilitazione all’offerta dei prodotti finanziari. Insomma, le Unit Linked sembrano più un escamotage delle compagnie per riuscire a vendere, tramite gli agenti, dei fondi comuni più che un prodotto che soddisfa le esigenze della clientela.

Considerato che spesso le Unit sono vendute, di fatto, anche se non di diritto, da subagenti privi di ogni requisito professionale derivante dall’iscrizione ad un albo, si può cogliere l’assurdità di uno strumento assicurativo che non assicura nulla.

Tra i vantaggi della polizza riconosciamo: l’esenzione della tassa di successione, l’impignorabilità, l’insequestrabilità, l’estraneità dall’asse ereditario. Inoltre, nessuna tassazione è applicata sul capitale caso morte.

brunoscarano@alice.it

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