IL NOSTRO POVERO FRATELLO GIUDA

By domenico dambrosio
Pubblicato il 28 Ottobre 2020

È la definizione di don Primo Mazzolari nella famosa omelia del Giovedì Santo del 1958: “È uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella passione del Signore”. E anche uno degli apostoli più citati nei vangeli

Il titolo che ho voluto dare alla presentazione del personaggio più oscuro e misterioso della cerchia dei dodici, non è mio ma di don Primo Mazzolari che in una sua famosa omelia del Giovedì Santo del 1958, così affermava: “È uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po’ di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Devo confessare che la lettura e l’ascolto di don Primo, mi hanno aiutato a leggere in una luce diversa, non quella della facile condanna e dannazione dell’infelice apostolo, ma avvicinandomi a lui, tormentato e sconfitto dal peccato commesso: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente” (Mt 27,4). Giuda è incapace di cercare lo sguardo di Gesù per risentirlo come il maestro che sapeva perdonare e riaccogliere nella pienezza dell’amore. Con-sapevole e convinto delle mie miserie e dei miei peccati, accolgo l’invito di don Mazzolari: non mi vergogno di avere come fratello Giuda e di provare un po’ di pietà per lui.

Uno dei dodici

Nella lista degli apostoli che troviamo nei vangeli Sinottici (Matteo, Marco, Luca), Giuda Iscariota è sempre all’ultimo posto con l’aggiunta: “Colui che poi lo tradì” (Mc 3,19, Mt 10,4), “che divenne il traditore” (Lc 6.16). Giuda è il traditore.

Giuda è il nome del capostipite della tribù più importante del popolo d’Israele. Il termine Iscariota può significare “l’uomo di Keriot”, il nome del suo villaggio di origine o anche la trascrizione di una radice ebraico-aramaica che sta a significare: “Colui che sta per consegnare”.

È uno degli apostoli più citati nei vangeli. Non è un personaggio secondario. Gode della fiducia di Gesù perché amministrava i pochi spiccioli che si racimolavano nel passare di città in città per l’annunzio della buona novella: “Siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro (Gv 12,6). Lo troviamo citato in Matteo cinque volte; in Marco tre; in Luca quattro; in Giovanni otto e due volte negli Atti.

Giuda “era uno dei dodici” che Gesù sceglie e invita a seguirlo. Resta il mistero di questa chiamata che ci pone degli interrogativi: perché Gesù lo ha chiamato dandogli fiducia? Poc’anzi ho accennato al compito di economo del gruppo; ma lo accompagna una qualifica: “Poiché era un ladro” (Gv 12,6), e sottraeva il denaro dalla cassa comune, come aggiunge il vangelo. Si scandalizza per lo sperpero dell’unguento a danno dei poveri. Non sarei certo che con quelle parole Giuda manifesti un reale interesse per i poveri!

Di più: Giuda vive con Gesù, durante la cena pasquale, un gesto di grande amicizia coll’intingere la mano nello stesso piatto, meritandosi la dura e severa condanna del Signore: “Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito” (Mt 26,24). Dice don Mazzolari nella citata omelia: “Qualcuno deve aver aiutato Giuda a diventare il traditore”. Nel vangelo di Giovanni troviamo una risposta: “Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo” (Gv 13,2). Anche Luca scrive: “Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei dodici” (22,3)

Qual è la sorte eterna di Giuda?

Leggiamo nel vangelo di Matteo: “Giuda, colui che lo tradì, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente” (Mt 27,3-4).

Scrive papa Benedetto: “Benché egli si sia allontanato per andare a impiccarsi (cfr Mt 27,5), non spetta a noi misurare il suo gesto, sostituendoci a Dio infinitamente misericordioso e giusto”. Don Mazzolari aggiunge: “E forse l’ultimo momento, ricordando quella parola e l’accettazione del bacio, anche Giuda avrà sentito che il Signore gli voleva ancora bene e lo riceveva tra i suoi di là. Forse il primo apostolo che è entrato insieme ai due ladroni”. Di sicuro non una bella compagnia secondo le nostre logiche, ma certamente un segno eloquente di quella misericordia che scompagina e rende languide e sterili le nostre categorie di giudizio che dimenticano i parametri della misericordia divina.

Colui che poi lo tradì

C’è una domanda che molto spesso ci siamo posti: perché Giuda tradì Gesù?

È una domanda che attraversa i secoli e molti sono stati i tentativi di trovare una risposta convincente.

Molti sono andati alla ricerca di una spiegazione di ordine messianico-politico: Giuda avrebbe riposto in Gesù le sue speranze di una liberazione del suo popolo e del suo paese. Altri ancora: si è lasciato catturare dalla bramosia o cupidigia del denaro.

La spiegazione convincente e chiara è quella che ricaviamo dal racconto evangelico: “Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo” (Gv 13,2). Giuda soccombe alla tentazione del demonio. Ma al di là di ogni spiegazione, il tradimento di Giuda resta un mistero.

Il tradimento

Fin dalla presentazione del collegio apostolico i tre Sinottici presentano il tradimento come un fatto già compiuto: “Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì” (Mc 3,19), che conosce l’ideazione. “Allora uno dei dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: Quanto volete darmi perché io ve lo consegni? E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo” (Mt 26,14-16). L’amicizia e la fiducia che Gesù gli aveva concesso chiamandolo tra i suoi amici, barattata con trenta monete!

Il progetto si compie al Getsemani con il segno eloquente di un’amicizia che si rivela falsa e proditoria: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo! Subito si avvicinò a Gesù… e lo baciò” (Mt 26,48-49). “Giuda con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?”(Lc 22,48).

Il Figlio di Dio tradito (= consegnato)

Tradire è la traduzione di una parola greca che significa consegnare: Giuda consegna Gesù con il prezzo del tradimento ai suoi nemici. Gesù viene consegnato alla morte per noi e per la nostra salvezza. Dal tradimento di Giuda il Padre consegna, dona il Figlio per la nostra salvezza.

Concludo con una bella immagine che leggo in un testo di Appella, Ad uno a uno: “Quel Venerdì Santo, due erano i corpi che pendevano dal patibolo, uno scelto per amore e l’altro imposto dal proprio egoismo. Erano i corpi di Gesù il redentore e di Giuda il traditore”.

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