È squisito da bere, dalla sua lavorazione si ricavano formaggio, burro e… fibre tessili. Il latte buono dentro, bello fuori! Dalla caseina, infatti, è possibile ricavare lana. Tale scoperta, battezzata Lanital, risale al 1937 ai tempi dell’Italia autarchica, quando si era alla ricerca di un filato più economico di quello ricavato dal vello di pecora. Nel dopoguerra le inferiori qualità dinamiche rispetto alla lana tradizionale e l’arrivo delle fibre sintetiche ne decretarono l’oblio. Oggi però torna in auge con il marchio Qmilk per merito di Anke Domaske, stilista e microbiologa tedesca. Le novità sono: l’eliminazione delle sostanze tossiche, in passato utilizzate, per arrivare al polimero organico e l’utilizzo come materia degli scarti industriali. In Germania ogni anno vengono gettati circa 2 milioni di tonnellate di latte. Occorrono meno di due litri di acqua per realizzare un kg di Qmilk mentre ne servono oltre 10mila per ottenere la stessa quantità di cotone. Con la fibra, che è antibatterica e termoregolatrice, vengono realizzati abiti femminili, tappezzerie, garze e bendaggi.
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