FARO DI SPERANZA

IL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE A RECANATI
By Piergiorgio Severini
Pubblicato il 4 Luglio 2014

Grazie alla tecnologia innovativa, che permette alle immagini di ricostruire una realtà virtuale offrendo situazioni e sensazioni di un periodo della nostra storia, è possibile rivivere oggi il fenomeno migratorio che, tra ottocento e novecento,  ha caratterizzato le Marche spingendo molti verso mete più ricche alla ricerca di benessere. Quel fenomeno, con il suo carico di sofferenza e di tanta speranza, è appunto ora a disposizione dei contemporanei i quali, lungo un percorso posizionato su più livelli espositivi, possono riappropriarsi di un passato ricostruito con sorprendente attualità. Immergendoci nelle sale del museo dell’emigrazione marchigiana, inaugurato nel dicembre scorso a Recanati, città che lo ospita all’interno dei musei civici di Villa Coloredo Mels, ci consente un tuffo all’indietro anche per comprendere il progredire di un paese nel corso del tempo. In un’area di duecento metri quadrati c’è tutto il rendiconto di ciò che ha spinto migliaia di marchigiani a lasciare la propria terra per lidi migliori e scopo del museo è quello di riconoscere, conservare e diffondere l’alto valore storico, culturale e sociale rappresentato da un espatrio che, a fine ottocento, contava già, nei soli Stati Uniti d’America, trecentomila italiani.

Quanto mai attuale, poi, il sottotitolo dato a questa mostra permanente: Quando i nostri nonni erano extracomunitari e ciò per far comprendere alle nuove generazioni che la decisione presa dagli antenati più di un secolo fa non ha nulla di diverso con le aspirazioni dei migranti che arrivano ora in Italia, porta sud del continente Europa visto come simbolo di vita migliore. “Prendere coscienza di questo – ha detto Luca Marconi, assessore regionale all’emigrazione – significa prendere coscienza della nostra storia e della nostra identità”. “Il percorso proposto dall’esposizione – ha aggiunto il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – ci ammonisce che nella vita non bisogna perdere la speranza, di saper sempre affrontare le difficoltà anche quando sono grandi, facendo forza sulla leva rappresentata dalla dignità e dalla determinazione della nostra gente che ha saputo costruire altrove quello che non riusciva a trovare nel proprio paese”.

L’esposizione fa vivere esperienze coinvolgenti. Nel primo dei tre livelli in cui si articola il racconto dell’esodo viene illustrato il contesto generale dell’emigrazione attraverso nove ambienti: la decisione di partire, la preparazione del viaggio, il porto, il viaggio in ferrovia, la miniera, le mete, l’emigrazione in genere, storie di successo, il legame tra gli emigrati e le Marche.

Un secondo livello contestualizza questi aspetti alla situazione regionale, mentre un terzo espone materiale (oggetti e documenti, molti donati dai discendenti degli stessi emigrati) che racconta la vicenda migratoria con testimonianze dirette. Il museo accompagna e rende partecipe il visitatore sul piano emotivo e incentiva, come accaduto ai nostri predecessori, a rimboccarci le maniche per costruire una prospettiva e un futuro.

L’ultima sezione del museo dà spazio alle associazioni dei marchigiani nel mondo i cui membri si stanno impegnando per aiutarci a uscire dalla crisi col promuovere iniziative imprenditoriali, culturali e di attrazione turistica verso la regione.

Il programma per sostenere tali associazioni, varato dal consiglio regionale,  prevede, per il 2014-2015, la formazione delle giovani generazioni, discendenti di marchigiani, per la salvaguardia delle radici sociali ed economiche con la terra d’origine, intesa non come momento di conservazione ma di sviluppo socio-economico del territorio regionale.

I marchigiani che vivono all’estero sono 111.565, pari al 2,6 del totale degli italiani emigrati, un dato che si è incrementato, tra il 2005 ed il 2013, del 39,7%. Dei quindici stati esteri presi in esame come luogo di loro residenza, al primo posto vi è l’Argentina, seguita da Svizzera, Francia, Belgio, Germania, Spagna, Regno Unito, Brasile, Canada, Usa, Australia, Lussemburgo, Venezuela, San Marino e Uruguay. Il comune di Recanati – che si è assunto l’onere di custodire tale memoria – si occuperà non solo di promuovere iniziative didattiche ed educative e della sede, ma anche della definizione della raccolta e delle ricerche relative al patrimonio da conservare e di ogni altro materiale rilevante ai fini espositivi, con il concorso delle associazioni dei marchigiani all’estero e in Italia, delle province e di altri soggetti pubblici e privati.

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