DIRITTO ALLA SALUTE

Il “Progetto San Bartolomeo”
By Marta Rossi
Pubblicato il 2 Luglio 2023

L’iniziativa, volta ad ampliare e facilitare l’accesso ai servizi sanitari a persone con particolari fragilità, nasce da una collaborazione tra Ospedale Gemelli Isola Tiberina, la Comunità di Sant’Egidio l’università Cattolica di Roma e la Fondazione Deloitte

Il 2022 ha ereditato dall’anno precedente la presenza di 1 milione 960 mila famiglie in povertà assoluta, il 7,5% di tutte le famiglie residenti in Italia, equivalente a 5 milioni 571 mila persone, ovvero il 9,4% della popolazione residente. Questo dato (raccolto dal Banco Farmaceutico nel suo rapporto annuale) fotografa anche un’altra realtà: nel 2021 hanno rinunciato o rinviato visite mediche/accertamenti periodici, oltre 4 milioni 768 mila famiglie, di cui quasi 639mila in povertà assoluta. Un problema endemico del nostro Paese che cambia da Regione a Regione, dove i sistemi sono diversi e dove – in moltissimi casi – le liste di attesa per un esame arrivano a essere annuali.

Per ampliare e facilitare l’accesso ai servizi sanitari per le persone in particolari condizioni di fragilità, la Comunità di Sant’Egidio con la Fondazione Deloitte ha promosso il Progetto San Bartolomeo. Il diritto alla salute, l’equità nell’accesso alle cure, l’inclusione sociale e la solidarietà a persone fragili, stranieri, senza dimora, rom e “hard to reach”: sono questi gli obiettivi del progetto nato anche in collaborazione con l’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina – Gemelli e l’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Nelle “Case dell’Amicizia” di Sant’Egidio, alla storica mensa di via Dandolo a Roma, durante le cene itineranti per i senza dimora, e in tutti i luoghi in cui la Comunità di Sant’Egidio incontra i poveri, si rileva l’esigenza di tante persone che hanno difficoltà di accesso alle cure. L’obiettivo è quello di poter offrire servizi clinico-assistenziali; aumentare la platea dei beneficiari e coinvolgere nuovi potenziali sostenitori che condividano le stesse finalità e valori.

Con il contributo di Deloitte, la società di audit e management che ha fornito consulenza pro-bono nella fase di disegno e attivazione del servizio, il Progetto San Bartolomeo è stato avviato il 17 gennaio nella fase pilota, durante la quale più di 170 persone con fragilità provenienti da circa 30 Paesi diversi hanno avuto accesso agli ambulatori di Ginecologia, Ostetricia, Senologia e Odontoiatria, insieme a cittadini italiani che avevano difficoltà ad usufruire delle cure di cui avevano bisogno. Tra le 132 donne prese in carico c’è persino qualcuna che non ha mai fatto visite mediche nel corso della vita.

È assolutamente necessario sostenere e accompagnare chi è più fragile nel suo percorso di cura – ha detto Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio – il Progetto San Bartolomeo, frutto di una positiva sinergia tra Sant’Egidio, il Gemelli Isola Tiberina e Deloitte, vuole essere una risposta solidale per difendere la salute, la prevenzione e l’accessibilità alle cure. Speriamo che iniziative simili si possano moltiplicare allargando il numero di persone che in questo modo potranno usufruire del diritto, che è di tutti i cittadini, alla salute”.

Il Progetto San Bartolomeo è un esempio positivo di un impegno che risponde al crescente bisogno di accogliere coloro che sono fragili e di prendersi cura di loro con umanità senza temere di percorrere strade nuove e avendo il coraggio di mettersi insieme per fare rete”, è stato il commento del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, intervenuto alla presentazione del progetto.

Vogliamo affrontare le grandi sfide sociali del nostro tempo – ha sottolineato Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia – attraverso iniziative concrete. Con la partecipazione al Progetto San Barto-lomeo il nostro network ribadisce questo impegno, puntando a promuovere un equo accesso a cure di qualità per tutti, a prescindere dallo stato socio-economico, dal genere di appartenenza, dalla provenienza geografica. Già da tempo, a livello globale, stiamo sviluppando collaborazioni tra soggetti appartenenti a diversi settori per affrontare le disparità presenti nei sistemi sanitari nel mondo. Crediamo fortemente in questi progetti ad alto impatto sociale per continuare a essere attori protagonisti di un cambiamento imprescindibile”.

 

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